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Dalla Libia al Santobono per salvargli la vita: Wisam, 11 anni, ha ustioni sul 45% del corpo

È arrivato al Santobono il piccolo Wisam, il bimbo di 11 anni gravemente ferito in Libia nell’esplosione di una cisterna: ha ustioni sul 45% del corpo.
A cura di Nico Falco
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È arrivato a Napoli, e sarà assistito presso il centro ustioni pediatrico del Santobono, il piccolo Wisam, il bambino di 11 anni che lo scorso 1 agosto è rimasto gravemente ferito nell'esplosione di una cisterna in un centro abitato del Fezzan, in Libia: il bimbo è in condizioni gravissime, ha riportato ustioni da fiamma di secondo e terzo grado sul 45% del corpo ed ha un elevato rischio di mortalità. Con lui sono stati trasportati in Campania altri tre feriti, arrivati con un volo dell'aeronautica militare atterrato a Pratica di Mare.

L'evacuazione medica, richiesta dalle autorità libiche, è stata coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile attraverso la centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario (Cross) in stretta collaborazione con il Covi (Comando operativo di vertice interforze), con la Farnesina e con le rappresentazioni diplomatiche di Italia e Libia.

Sin dal primo contatto, in accordo con la Presidenza della Regione Campania – spiega Rodolfo Conenna, direttore generale dell'AORN Santobono-Pausilipon – abbiamo dato la nostra disponibilità ad accogliere piccoli pazienti che potessero avere bisogno di cure altamente specialistiche mettendo a disposizione posti letto in degenza ordinaria e in terapia intensiva. Ieri ci è stato chiesto di accogliere il piccolo 11enne in arrivo dall’ospedale di Misurata e, immediatamente, abbiamo attivato tutte le procedure per assistere lui e per garantire al padre che lo accompagna tutto il sostegno necessario, grazie alla Fondazione Santobono-Pausilipon. L’equipe del dottor Marcello Zamparelli, responsabile del Centro regionale ustioni pediatrico, ha seguito tutte le fasi affinché il piccolo paziente possa ricevere la migliore assistenza possibile, pur nell’estrema gravità della situazione”.

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