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Dal tesoro ritrovato del Maschio Angioino spuntano nuovi capolavori: quadri di De Matteis e De Mura

Identificati tra i 400 dipinti recuperati nei sotterranei del castello “Il Cieco di Gerico” di Francesco De Mura e la “Trinità” di De Matteis.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Nuovi capolavori dei pittori Francesco De Mura e Paolo De Matteis spuntano dal tesoro nascosto nei sotterranei del Maschio Angioino, con oltre 400 dipinti risalenti anche al Trecento, emersi un anno fa. Quei quadri erano abbandonati al degrado, all'interno di depositi malandati e rovinati dalle infiltrazioni. Ma il Comune di Napoli, dopo averli riscoperti nel corso di un sopralluogo dopo un allagamento, ha deciso di restaurarli e recuperarli. Un vero e proprio laboratorio di restauro è stato in questi mesi allestito nelle Sale Vesevi di Castel Nuovo. Molti dipinti erano danneggiati. Sono stati, quindi, identificati e restaurati.

Identificati il Cieco di Gerico di De Mura e La Trinità di De Matteis

E dal tesoro d'arte sono già emersi capolavori dimenticati. Tra questi, due dipinti di Paolo De Matteis, "La Vergine, Cristo e San Nicola" e "La Trinità", arricchiti da coeve cornici decorate con intagli floreali, una tela attribuita Francesco De Mura raffigurante "Il cieco di Gerico", una "Crocifissione" attribuita a Giacinto Diano, un "San Giovannino" della scuola di Battistello Caracciolo e una "Madonna del latte con San Michele Arcangelo" di scuola stanzionesca.

Nel complesso sono circa 400 i dipinti, le statue e gli altri oggetti antichi dal XIV secolo in poi scoperti nei sotterranei del Maschio Angioino, ad aprile 2021, dopo le ispezioni per i danni provocati dal maltempo di novembre 2020. Quando i tecnici del Comune sono scesi nei locali che si trovano sotto il piano di calpestio del cortile per verificare se ci fossero allagamenti o danni hanno scoperto, infatti, una serie di depositi dimenticati, umidi e ammuffiti. All'interno sono stati ritrovati circa 400 dipinti, dal XIV secolo in poi, tra anche cui una Seicentesca “Madonna del Rosario e Santi Domenicani”, di Luca Giordano, di 4 metri per oltre 2 e mezzo.

Il laboratorio di restauro a Castel Nuovo

A seguito dell’approvazione di una delibera di Giunta della precedente Amministrazione Comunale che autorizzava il prelievo dal fondo di riserva di 50 mila euro (iva inclusa) da destinare ai restauri di opere d’arte di proprietà comunale custodite nei locali di Castel Nuovo, si è provveduto ad affidare ad una ditta specializzata il restauro di oltre sessanta dipinti su tela e tavola databili dal XV al XIX secolo, attribuiti ad alcuni dei maggiori esponenti della scuola napoletana (Paolo De Matteis, Francesco De Mura, Jacopo Cestaro, Giacinto Diano, Francesco Mancini e altri) provenienti per lo più da chiese ed enti di beneficenza rientranti nel patrimonio del Comune di Napoli a seguito della Legge Regionale n. 65 del 1980.

È stato allestito nelle Sale Vesevi di Castel Nuovo un vero è proprio laboratorio di restauro per la realizzazione delle prime fasi di messa in sicurezza della materia pittorica, dei supporti (tela o legno) e delle cornici delle opere più bisognevoli di cure conservative. Sono stati sottoposti ad accurati interventi di depolveratura, velinatura, consolidamento dei supporti tessili, messa in sicurezza di tagli e lacerazioni, trattamenti fungicidi e antixilofagi).

Sono state inoltre elaborate le schede conservative di oltre 100 dipinti, necessarie per poter avviare il recupero di ulteriori opere di proprietà comunale in un successivo step di restauro, ancora da finanziare, e per eventuale musealizzazione nelle sale espositive del Museo Civico di Castel Nuovo o restituzione alle chiese da cui provengono le opere. Contestualmente si è provveduto ad un primo necessario riordino dei beni artistici custoditi nei depositi.

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