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Compravendita di loculi, l’ex vicepresidente della Provincia di Caserta ai domiciliari

Il Tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione per Pasquale Crisci; il politico, arrestato lo scorso 12 gennaio, è stato trasferito ai domiciliari.
A cura di Nico Falco
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Pasquale Crisci
Pasquale Crisci

Ha lasciato il carcere, con destinazione arresti domiciliari, Pasquale Crisci, ex vice presidente della Provincia di Caserta, arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia su un traffico illecito di loculi e cappelle nel cimitero di Santa Maria a Vico. Per l'accusa l'uomo avrebbe fornito informazioni sulle concessioni a Domenico Nuzzo e Carmine Liparulo, ritenuti esponenti del clan camorristico Massaro e anche loro finiti in manette.

Crisci, accusato di corruzione con l'aggravante mafiosa, era stato arrestato lo scorso 12 gennaio dalle Fiamme Gialle di Marcianise insieme ad altre 5 persone, al termine di indagini svolte dal reparto territoriale della Guardia di Finanza su delega della Dda di Napoli. Fino a quel giorno era consigliere del Comune del Casertano, di cui era stato anche vicesindaco; i fatti contestati risalgono a quando il politico ricopriva la carica di vicesindaco. Dopo l'esecuzione della misura cautelare il politico ha rassegnato le dimissioni dalla carica di vice presidente della Provincia. Inizialmente trasportato in carcere, l'indagato è stato poi trasferito ai domiciliari su disposizione del Tribunale del Riesame di Napoli.

Il Riesame ha inoltre annullato l'ordinanza cautelare per l'impiegato comunale Giovanni Papa (difeso dagli avvocati Pasquale Vigliotti e Claudio Sgambato); le due imputazioni di estorsione di due cappelle gentilizie sono state annullate ed è stata esclusa l'aggravante mafiosa e quindi la misura cautelare è stata sostituita con quella della sospensione dall'esercizio dei pubblici uffici per la durata di 12 mesi.

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