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Compravendita di loculi al cimitero: arrestato vice presidente della Provincia di Caserta

Indagine della Guardia di Finanza sull’assegnazione di loculi e cappelle a Santa Maria a Vico, tra i 6 arrestati anche indagati collegati al clan Massaro.
A cura di Nico Falco
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Pasquale Crisci
Pasquale Crisci

C'è anche Pasquale Crisci, vice presidente della Provincia di Caserta, tra gli arrestati per i presunti illeciti sull'assegnazione e sulla compravendita di loculi e cappelle nel cimitero di Santa Maria a Vico; l'indagine della Guardia di Finanza ha portato alle manette per 6 indagati, due dei quali ritenuti collegati al clan Massaro. La misura cautelare della custodia in carcere è stata eseguita dalle fiamme gialle di Marcianise su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia; le accuse sono, a vario titolo, di estorsione e corruzione aggravati dal metodo mafioso.

Compravendita illegale dei loculi, 6 arrestati

Il provvedimento è arrivato al termine delle indagini, svolte dal Reparto territoriale della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Dda di Napoli, sull'assegnazione di cappelle e loculi cimiteriali, che sarebbe avvenuta attraverso estorsioni e corruzione. In manette, oltre a Crisci, sono finiti N. D., 51enne di Santa Maria a Vico, e L. C., 49enne di San Felice a Cancello, entrambi considerati legati al clan Massaro; custodia cautelare in carcere anche per P. G., 58 anni, e P. G., 44 anni, entrambi di Santa Maria a Vico, e per D. L. C., anche lui originario del comune del Casertano ma residente fuori regione.

Estorta e rivenduta una cappella gentilizia da 44mila euro

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti uno degli indagati avrebbe ottenuto, tramite la forza intimidatrice del clan, l'assegnazione di una cappella gentilizia dal valore di 44mila euro, estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero. Questa cappella sarebbe stata poi assegnata ad un'altra persona sulla base di documentazione prodotta ad hoc, dietro corrispettivo in denaro, attraverso l'intervento presso lo stesso imprenditore di un altro degli arrestati e la compiacenza di un impiegato comunale e di un consigliere comunale.

Le indagini hanno portato alla scoperta di altre compravendite di cappelli e loculo nello stesso cimitero, anche queste ritenute illegali, col coinvolgimento dell'allora concessionario dei servizi cimiteriali e di un'altra persone che è risultata intestataria di 16 loculi.

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