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Cinese uccisa per 230 euro, preso parente dei boss dei Contini: coperto dai complici per 12 anni

Terzo arresto per l’omicidio di una cittadina cinese a Napoli nel 2011: è un 32enne imparentato con personaggi di spicco del clan Contini.
A cura di Nico Falco
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Per 12 anni sarebbe scampato alle manette, e i complici, condannati in via definitiva, non avrebbero mai fatto il suo nome. Una protezione che trova le sue radici nell'omertà: è imparentato con personaggi di spicco del clan Contini, egemone nella zona del Vasto-Arenaccia, nel centro di Napoli. A lui gli investigatori sono arrivati grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia: P. C., 32 anni, è ritenuto gravemente indiziato di concorso in rapina pluriaggravata e concorso in omicidio volontario pluriaggravato.

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita questa mattina, 27 marzo, da personale della Squadra Mobile di Napoli, in esecuzione del provvedimento emesso dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. La misura cautelare è stata eseguita in carcere, dove il 32enne è già detenuto per altri reati.

La vicenda risale alla sera del 3 aprile 2011, quando il corpo senza vita della cittadina cinese Wu Shufen, detta Angela, fu rinvenuto nella sua abitazione di via Attanasio. L'appartamento era totalmente a soqquadro, la donna era stata uccisa con numerose coltellate. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, portarono all'individuazione di Vincenzo Rubino e Lucio Roberto, che all'epoca avevano rispettivamente 19 e 17 anni; la donna sarebbe stata uccisa perché si era opposta alla rapina di 230 euro. I due, che oggi hanno  31 e 30 anni, sono stati entrambi condannati con sentenza irrevocabile ma non hanno mai fatto il nome del terzo giovane che era con loro.

L'identità del terzo componente del gruppo, all'epoca ventenne, è stata svelata da un collaboratore di giustizia; il silenzio sarebbe stato mantenuto per oltre dieci anni proprio in virtù dello spessore criminale del giovane, imparentato con elementi di vertice del clan fondato da "Eduardo ‘o Romano".

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