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Trasporto pubblico a Napoli

Bus Ctp, debiti per 63 milioni: il Tribunale dichiara lo stato di insolvenza e nomina il commissario

Commissario il professor Niccolò Abriani, super-esperto di diritto societario. L’azienda in amministrazione provvisoria. A giugno l’adunanza con i creditori.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Troppi debiti, oltre 63milioni di euro, difficili da recuperare. Il Tribunale Fallimentare di Napoli dichiara lo stato di insolvenza della Ctp, l'azienda dei bus della provincia di Napoli, e nomina il commissario giudiziale: è il professor Niccolò Abriani, tra i più autorevoli esperti in Italia di diritto societario e corporate governance, che nella sua carriera ha seguito alcune delle più delicate vicende relative a primari gruppi industriali e finanziari. L'adunanza con i creditori è stata fissata a giugno.

Ctp in amministrazione straordinaria

Nel frattempo l'azienda andrà in amministrazione provvisoria, con l'attività ordinaria affidata all'amministratore unico per i prossimi 60 giorni. Un periodo transitorio durante il quale il servizio di trasporto pubblico potrebbe comunque proseguire (al momento è fermo dal 21 dicembre scorso). Al momento il provvedimento di amministrazione straordinaria non è stato ancora emesso. Potrebbe arrivare entro un mese dopo la relazione del commissario. L'altra alternativa è il fallimento. Sullo sfondo l'ipotesi di affidamento dei bus e del personale all'Eav-Air, le società partecipate dei trasporti della Regione Campania. Al termine dell'amministrazione straordinaria, il commissario deciderà se l'azienda può continuare, oppure essere ceduta a terzi o fallire.

La sentenza: "Azienda insolvente"

Con sentenza pubblicata oggi, 18 febbraio 2022, il Tribunale Fallimentare di Napoli – presidente Gian Piero Scoppa, giudici Livia De Gennaro e Loredana Ferrara – ha dichiarato lo stato di insolvenza della Ctp e nominato giudice delegato Loredana Ferrara e commissario giudiziale Niccolò Abriani. L'azienda avrà due giorni per depositare in tribunale le scritture contabili e i bilanci. L'adunanza per l'esame dello stato passivo è fissata per il 30 giugno. I creditori avranno tempo fino a un mese prima per fare domanda. La gestione dell'impresa è lasciata nel frattempo all'imprenditore insolvente.

"Debiti per 63 milioni"

"La società – scrivono i giudici – versa in uno stato di insolvenza, cioè non è in grado di soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni, a seguito del venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie alla relativa attività". Il Tribunale esclude "il ricorrere di un fenomeno di occasionale inadempienza", mentre sottolinea "il sussistere di uno stato di definitiva incapacità dell'impresa di far fronte regolarmente e con mezzi normali (mezzi propri o affidamento di terzi) alle proprie obbligazione.

In particolare "la stessa società in ricorso evidenzia il perdurare di una forte situazione di perdita sistemica (dall'ultimo bilancio depositato presso il registro delle imprese emerge una perdita di 10.872.159 euro), tale che la società ha prospettato come strada percorribile per il risanamento, l'affitto dell'azienda a terzi al fine di evitare che le risorse concordatarie fossero assorbite dalla necessità di ricoprire le ingenti perdite della gestione. Si evidenzia poi la notevole esposizione verso l'erario per 24.155.411,75 euro e l'ammontare dei debiti previdenziali per 11.592.865,87 euro).

In forza alla società ci sono 503 lavoratori. Mentre risultano debiti nel bilancio 2019 per circa 63 milioni, a fronte di un attivo patrimoniale di 82 milioni e ricavi da vendite e prestazioni per 17,5 milioni. "Pertanto sono sussistenti i presupposti normativi per la dichiarazione dello stato di insolvenza della società".

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