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Bimbo morto annegato a Torre del Greco, la madre resta in carcere: perizia esclude problemi

La perizia psichiatrica esclude incompatibilità con detenzione. Il gip convalida la misura cautelare.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Resta in carcere Adalgisa Gamba, la mamma di 40 anni accusata di avere provocato la morte di suo figlio di 2 anni e mezzo, morto per annegamento a mare, nella zona de La Scala a Torre del Greco, la sera del 2 gennaio. Per il medico Camillo De Lucia, incaricato della perizia psichiatrica dal gip del tribunale di Torre Annunziata, Fernanda Iannone, la donna avrebbe, infatti, una situazione psichica compatibile con la detenzione in carcere.

La perizia psichiatrica esclude incompatibilità con detenzione

Il giudice per le indagini preliminari ha quindi convalidato la misura cautelare. La donna resta detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli, dove è stata trasferita a seguito della decisione presa al termine dell'interrogatorio di garanzia tenutosi lo scorso 5 gennaio. La perizia era stata chiesta dalla difesa dell'imputata, anche sulla base di una precedente consulenza di parte che aveva invece evidenziato come il regime carcerario potesse non essere compatibile con le condizioni della donna.

Il tribunale aveva quindi chiesto ad un perito di effettuare “accertamenti sanitari urgenti per la valutazione della compatibilità dello stato neuropsichiatrico di Agalgisa Gamba con il regime penitenziario”. La quarantenne potrebbe quindi restare in carcere fino all'udienza del tribunale del Riesame che deciderà se persistono ancora eventualmente le esigenze cautelari.

Secondo le prime ricostruzioni, la donna sarebbe stata convinta che il figlio fosse affetto da autismo, dopo aver fatto delle letture su internet. Circostanza, però, che non sarebbe mai stata diagnosticata da alcun medico.

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