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Bimbo annegato a Torre del Greco, la madre convinta che il figlio fosse autistico dopo aver letto su Internet

Dai verbale di interrogatorio della donna fermata per l’omicidio del figlio, Francesco, di due anni e mezzo, emergono due fattori: il “chiodo fisso” dell’autismo, non comprovato da alcuna diagnosi, e la versione dell’incidente.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un tragico incidente, con il bambino che le sarebbe sfuggito di mano finendo per cadere poi in acqua. Ma anche un "tarlo continuo", quello spettro dell'autismo che secondo lei affliggeva il bambino. Una diagnosi di autismo non esisteva: sarebbe stata la donna a convincersene dopo aver confrontato elementi tratti da una ricerca su internet con il comportamento del figlio.

Sono i dettagli che emergono dall'ordinanza di fermo di Adalgisa Gamba, la donna di 40 anni di Torre del Greco, in provincia di Napoli, accusata dell'omicidio di Francesco, il figlio di appena due anni e mezzo.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata Fernanda Iannone ha convalidato il fermo nella donna, che si trova ora in carcere,  anche se il difensore della donna, l'avvocato Tommaso Ciro Civitella, vuole accertare se la situazione di Adalgisa Gamba sia compatibile con il regime carcerario. Nell'ordinanza di convalida si possono leggere anche alcuni stralci del verbale di interrogatorio reso al pm dalla donna. Due gli elementi che appaiono in risalto: il "tarlo" sul presunto (e non comprovato da diagnosi mediche) autismo del figlio, alla sua versione della notte dell'annegamento.

La dinamica della morte di Francesco

La donna ha spiegato di aver notato nel piccolo un certo ritardo nel linguaggio, con "movimenti ripetuti delle mani", che il piccolo avrebbe agitato anche davanti al volto. Una convinzione tale da parlarne anche con la madre, nonché da arrivare a pensare che "forse sarebbe stato meglio avere solo una figlia". Figlia che invece da piccola non aveva mai manifestato questi atteggiamenti, che avrebbero innescato il sospetto nella donna.

La notte dell'annegamento, invece, sarebbe andata in una maniera diversa: l'indagata ha spiegato di essere stata "in stato confusionale", di aver raggiunto la spiaggia in località La Scala, e lì Francesco le avrebbe lasciato la mano per correre verso il mare. A quel punto, il piccolo sarebbe inciampato, cadendo verso l'acqua. "Non sono riuscita a prenderlo in tempo, mi guardava, respirava. Poi ho chiesto aiuto, ma non mi hanno sentito". Una versione che è al vaglio degli inquirenti, che non escludono nulla.

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