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Napoli sta meglio, Caldoro si difende: non pagherò colpe di altri

Diminuiscono le tonnellate di immondizia sulle strade del capoluogo campano, ma la situazione resta comunque grave. Intanto Caldoro, indagato per epidemia colposa, dichiara che non pagherà per “le colpe di 15 anni di inadempienze”.
A cura di Alfonso Biondi
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A Napoli la situazione migliora, ma di poco. L'Asìa, azienda responsabile della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti della città, continua la raccolta straordinaria 24 ore su 24, così come previsto dall'ordinanza firmata dal sindaco De Magistris. In strada ieri c'erano circa 1700 tonnellate di immondizia: un passo in avanti rispetto alle 2400 che qualche giorno fa sommergevano la città, ma pur sempre un'enormità. Anche per oggi sono stati annunciati dei miglioramenti.

Anche ieri notte, però, la città è stata data alle fiamme. Secondo la Sala operativa dei vigili del fuoco di Napoli, dalle 20 di ieri alle 8 di oggi si sono registrati 47 incendi dolosi di cassonetti e rifiuti ammassati. E i rischi per la salute dei cittadini aumentano. La Federazione italiana pediatri (Fimp)-  che da circa un anno ha attivato un piano di monitoraggio per verificare l'eventuale aumento di patologie pediatriche in relazione alla questione rifiuti- ha mostrato come la nuova ondata dell'emergenza rifiuti abbia causato l'aumento del 10-20% delle patologie respiratorie tra bambini.

Intanto Stefano Caldoro, fresco indagato dalla Procura di Napoli per epidemia colposa, ha fatto sapere in una conferenza stampa che non è disposto a pagare per le colpe degli altri. "Non ci sto– ha esordito il governatore della Campania- a pagare le colpe di 15 anni di inadempienze e responsabilità dei comuni, responsabilità anche perduranti ancora oggi; a pagare le colpe dei ricatti e del boicottaggio della camorra; rispetto ai comportamenti irresponsabili, di fronte a questa emergenza nazionale, della Lega Nord".

Caldoro ha poi dichiarato che la Regione "continuerà a fare la sua parte ma da oggi, finché non ci saranno risposte forti da parte del governo e degli enti locali della Campania, abbandona i tavoli istituzionali e nazionali presso il governo e la prefettura".  Il governatore lancia quindi un segnale che non lascia ben sperare per la collaborazione tra le istituzioni e che, considerato anche il veto della Lega sul varo del decreto rifiuti, rende la situazione di Napoli e provincia ancora più incerta.

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