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Muore per sfuggire ai suoi aggressori: ma per le autorità è suicidio

Martina Rossi è morta il 3 agosto del 2011 in un hotel di Palma di Maiorca dove era in vacanza. Le autorità spagnole archiviarono il caso come suicidio ma due Procure italiane hanno indagato ipotizzando che la ragazza precipitò dal balcone per sfuggire a un tentativo di stupro. Rinviati a giudizio due giovani di 24 e 25 anni, sono accusati di omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale.
A cura di Angela Marino
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Non fu suicidio, Martina fuggiva da un tentativo di violenza sessuale. Così, secondo la ricostruzione della Procura di  Genova, si sarebbero svolti i terribili fatti del 3 agosto 2011 a Palma di Maiorca, nell'albergo in cui la studentessa ventenne ha trovato la morte precipitando in una vasca nell'hotel Santa Ana di Carrer Gavina in cui era ospite per le vacanze.

La ragazza si sarebbe gettata dalla stanza numero 609 nella quale si trovavano Alessandro Albertoni (24 anni) e Luca Vanneschi (25) due coetanei che Martina aveva conosciuto a Palma. Ascoltati dagli inquirenti italiani i due dichiararono di essere stati aggrediti da Martina, che – secondo la versione fornita dai due – si sarebbe introdotta nella loro stanza alle 6 del mattino e, dopo essersi tolta i pantaloni, li avrebbe aggrediti e si sarebbe poi lanciata nel vuoto. Una versione che non ha mai convinto i genitori e i difensori di parte civile e che non collima con i segni sul corpo della ragazza: Martina aveva delle lesioni sulla spalla e sul fianco che si sono rivelate incompatibili con la precipitazione, come mostrato dall'autopsia, sebbene lo stesso esame eseguito dai medici spagnoli concluda per la tesi del suicidio. Martina aveva anche dei segni sui polsi che sono invece compatibili con lesioni da difesa prodotte in una posizione in cui la vittima teneva le braccia serrate sul petto, come a proteggersi da un'aggressione.

Alessandro e Luca continuarono ugualmente la loro vacanza nonostante i tragici fatti e su Facebook scherzarono sulla loro vacanza nell'isola spagnola: "Abbiamo lasciato il segno", "A Palma sono passati i fuoriclasse" scrissero sul social network dove pubblicarono anche un video dell'ultima scena del film Scarface, dove si vede Al Pacino precipitare nella vasca ornamentale come quella in cui ha trovato la morte Martina. Proprio il video è al centro di una conversazione intercettata in Procura, dove i due si accordano, prima a voce e poi via sms, mentre sono interrogati, sulla versione dei fatti da dare. "Dì che il film piaceva a Martina", consiglia uno all'altro, mentre intanto si accordano su cosa riferire: "Digli che hai sentito un tonfo e poi hai visto una persona  di sotto", "Digli così, vedrai che coincide tutto". Secondo la versione finale fornita dai due unici testimoni, Martina, che pesava all'incirca 50 chili, si sarebbe scagliata contro di loro e poi buttata di sotto in un raptus di follia.

Martina, però, come testimoniano gli amici, era una ragazza, solare, felice, una studentessa  promettente e mai avrebbe desiderato togliersi la vita. Nel silenzio delle istituzioni spagnole solo la Procura di Arezzo, cui il caso è passato, ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale. Alessandro e Luca stanno ora per essere rinviati a giudizio mentre i genitori della giovane studentessa hanno ingaggiato una lotta incessante per restituire alla figlia scomparsa tragicamente, la dignità della verità. È stato solo grazie all'ultimo esame effettuato dopo la recente riesumazione del corpo – che ha permesso di riscontrare i segni di difesa – che le autorità hanno potuto procedere con l'ipotesi di omicidio. Secondo la ricostruzione più attendibile Martina sarebbe precipitata passando da un balcone all'altro, nel tentativo di sfuggire ai due aggressori.

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