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Uccide la compagna e tiene il corpo per 3 giorni nella vasca, confermati 20 anni di carcere per Alessio Nigro

Il 29enne Alessio Nigro dovrà trascorrere 20 anni in carcere per aver ucciso la compagna, Lidia Peschechera. Lo ha confermato la Corte d’Appello respingendo le richieste della Procura e della difesa dell’imputato.
A cura di Enrico Spaccini
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Lidia Peschechera (foto da Facebook)
Lidia Peschechera (foto da Facebook)

Venti anni, non uno di più, non uno di meno. È il tempo che Alessio Nigro deve trascorrere in carcere per aver ucciso la sua compagna Lidia Peschechera il 12 febbraio 2021. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano che oggi, mercoledì 8 marzo, ha confermato la condanna inflitta in primo grado il 15 luglio dello scorso anno dalla Corte d'Assise di Pavia al 29enne.

I giudici non hanno accolto né la richiesta della Procura per una pena più severa, né quella degli avvocati difensori dell'imputato che invece chiedevano una riduzione. Sono stati confermati anche i risarcimenti civili per i familiari della vittima: l'ex marito Dario Brambilla, la sorella Carmela e la madre Adele.

La dipendenza dall'alcol e l'omicidio nell'appartamento a Pavia

Peschechera era una persona nota a Pavia per la sua vicinanza al mondo animalista. Aveva intrapreso una relazione con Nigro, ma era stanca della sua vita irregolare. Aveva anche chiesto che curasse la dipendenza dall'alcol, ma lui non si presentava agli appuntamenti con i medici. Lo aveva cacciato di casa, ma il 12 febbraio del 2021 ci fu l'ennesima lite.

Questa volta, Nigro strinse le mani al collo della donna uccidendola nel suo appartamento in via Depretis. Per tre giorni rimase chiuso in casa con il corpo della donna nella vasca da bagno. Temendo di essere scoperto, fuggì trovando rifugio in un ostello di Milano dove venne poi raggiunto dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros). Ispezionato, aveva ancora con sé i documenti di Peschechera e le chiavi dell'appartamento. Quando i militari sono entrati nell'abitazione della donna, il suo corpo era già in stato di decomposizione.

In primo grado era stato riconosciuto a Nigro il vizio parziale di mente, per via del disturbo della personalità legato anche alla dipendenza da alcol. Questo elemento aveva fatto cadere l'aggravante dei futili motivi che aveva indotto il pubblico ministero a chiedere l'ergastolo.

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