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Uccide il padre, brucia il corpo e denuncia la scomparsa: definitiva la condanna a 18 anni per Lorenzo D’Errico

È diventata definitiva la condanna a 18 anni di reclusione per Lorenzo D’Errico. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello, che aveva abbassato di sei anni il pronunciamento del Tribunale in primo grado. Nel 2021 aveva ucciso il padre 65enne, ne aveva bruciato il corpo e denunciato la scomparsa anche in televisione.
A cura di Enrico Spaccini
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Carmine e Lorenzo D’Errico
Carmine e Lorenzo D’Errico

La Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva a 18 anni di reclusione Lorenzo D'Errico, il 39enne di Cusano Milanino (nella Città Metropolitana di Milano) che il 30 dicembre del 2021 ha ucciso il padre Carmine, ha occultato il suo cadavere e finto la sua scomparsa. La Suprema Corte ha confermato, così, la pena decisa dalla Corte d'Appello di Milano lo scorso febbraio, che aveva riconosciuto a D'Errico diverse attenuanti abbassando di sei anni la pena iniziale.

Stando a quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini e della vicenda giudiziaria, Lorenzo D'Errico ha ucciso il padre Carmine colpendolo con una piccozza da modellismo almeno 40 volte al culmine di una lite. Il 65enne, rimasto vedovo, era gravemente malato. L'allora 35enne aveva, poi, avvolto il corpo del padre defunto nel cellophane, lo aveva abbandonato in un capannone dismesso di Cerro Maggiore e, infine, gli aveva dato fuoco.

D'Errico aveva, poi, denunciato la scomparsa del padre. I suoi appelli erano andati in onda anche nel programma Chi l'ha visto? e raccontava di non averlo più visto dopo che era uscito per andare a prendere le pizze. Diceva che probabilmente si era fermato a casa di conoscenti a Sant'Angelo Lodigiano, ma nessuno lo aveva visto.

L'arresto è scattato a febbraio 2022 e, a marzo, D'Errico ha confessato l'omicidio. Durante l'interrogatorio aveva spiegato che secondo lui il padre avrebbe abusato di lui sessualmente quando era ancora un bambino e che quando gliene parlava tendeva a sminuire le sue preoccupazioni. A giugno 2024 la Corte d'Assise di Milano lo ha condannato in primo grado a 24 anni di reclusione. Dopo aver avuto accesso alla giustizia riparativa, lo scorso febbraio in Appello la pena è stata abbassata a 18 anni e ora è diventata definitiva.

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