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L'omicidio di Carmine D'Errico a Cusano Milanino

Resta in carcere Lorenzo D’Errico, fermato per l’omicidio del padre Carmine

Il 35enne Lorenzo D’Errico resta in carcere. Convalidato il fermo per l’omicidio del padre Carmine: secondo gli inquirenti il 35enne lo ha ucciso a martellate e ha poi cercato di bruciarne il cadavere.
A cura di Francesco Loiacono
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Carmine D'Errico e il figlio Lorenzo
Carmine D'Errico e il figlio Lorenzo
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Il giudice per le indagini preliminari di Monza ha convalidato il fermo di Lorenzo D'Errico, 35enne accusato di aver ucciso il padre Carmine a Cusano Milanino, nell'hinterland di Milano, e di averne poi bruciato in parte il cadavere. Il 35enne, che nel corso dell'interrogatorio di garanzia è rimasto in silenzio davanti agli inquirenti, resta in carcere. Vi si trova dallo scorso giovedì 3 febbraio, quando a seguito di un sopralluogo dei carabinieri del Ris nella villetta in cui padre e figlio vivevano da separati in casa, i militari dell'Arma hanno fermato il 35enne, che stava cercando una goffa fuga, e lo hanno portato in caserma.

Lorenzo D'Errico avrebbe ucciso il padre con almeno 40 martellate

Lì gli inquirenti lo hanno informato delle indagini sulla presunta scomparsa del padre Carmine, accusandolo formalmente di averlo ucciso con almeno 40 martellate. Lorenzo D'Errico non sapeva che i carabinieri avevano già identificato il cadavere del padre, trovato semicarbonizzato in una fabbrica abbandonata di Cerro Maggiore da alcuni giovani rapper a metà gennaio. Lui, dallo scorso 30 dicembre, stava invece inscenando la scomparsa del padre: una recita proseguita anche davanti alle telecamere della trasmissione tv "Chi l'ha visto?", davanti alle quali aveva sostenuto di non essere coinvolto in alcun modo nella sparizione del padre. Il 35enne era sicuro di sé: da maniaco della pulizia qual è pensava di aver lavato dalla villetta tutte le tracce del sangue del padre, che invece i Ris hanno trovato. A incastrare ulteriormente il figlio della vittima è stato il suo cellulare, che lo ha collocato a Cerro Maggiore nei giorni in cui sarebbe stato portato il cadavere del padre, e una telecamera di sorveglianza che lo avrebbe ripreso mentre scendeva dall'auto della vittima dopo averla spostata a poche centinaia di metri dalla villetta, forse per avvalorare la storia del presunto allontanamento volontario del genitore.

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