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Tifoso dell’Inter non vedente, il papà gli racconta le partite allo stadio: “Gli trasmetto anche le emozioni”

Da più di 15 anni i Mussi vanno allo stadio San Siro per seguire l’Inter e, come un telecronista, Claudio racconta al figlio non vedente ogni azione della partita. “Lo tengo anche per mano – racconta a Fanpage.it – perché mi dà l’impressione che senta di più le mie emozioni”.
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Più di 15 anni di partite dell'Inter a San Siro raccontate dalla voce del papà al figlio non vedente dalla nascita: è la storia di Claudio e Matteo Mussi, tifosi dell'Inter, iniziata dalla stagione 2006/07 e che da allora non si è mai fermata, una storia di amore paterno e calcistico.

"Lui non vede e attinge da quello che gli racconto io, le mie emozioni", spiega a Fanpage.it Claudio Mussi mentre entriamo a San Siro per una partita dell'Inter. Con lui c'è il figlio Matteo, 26 anni, appassionato di musica e Inter, indossa una maglietta di Edin Dzeko che lo stesso attaccante dell'Inter gli ha regalato dopo una partita, ci rivela con orgoglio Matteo.

"Dopo tutti questi anni papà è diventato bravo"

A San Siro, grazie a un progetto portato avanti dall'Inter e dall'Istituto dei ciechi di Milano, una decina di persone non vedenti e i loro accompagnatori possono vivere l'esperienza della partita grazie alla descrizione audio dell'incontro trasmesse con gli auricolari, ma Matteo preferisce ascoltare la partita dalla voce del papà che gli racconta ogni azione dell'Inter e della squadra ospite: "Dopo tutti questi anni papà è diventato bravo".

Alla sua viva voce si accompagna anche la reazione di San Siro, il boato per un goal, i sussurri per un'azione pericolosa degli avversari e gli applausi per i giocatori di casa: "Quello che mi diverte di più è essere in mezzo alla gente, scendere dopo la partita e salutare i giocatori, ricevere le loro magliette. Ho un canale TikTok, mm8.ilmusicistanelpallone, ogni tanto qualche follower mi riconosce e mi saluta. Mixo la musica dance italiana degli anni 90 e 2000″.

"Voglio che sia felice"

Ci sediamo sugli spalti insieme ai Mussi e mentre papà Claudio tiene la mano di Matteo per quasi tutta la durata dell'incontro con la Fiorentina, racconta un'occasione persa per Lukaku e una discesa sulla fascia di Mkhitaryan. Ogni tanto esce fuori un'espressione di quelle che hanno reso riconoscibili alcuni telecronisti, da "Non va" di Sandro Piccinini" a "Touche" di Pierluigi Pardo. Scherzando chiediamo a Claudio se anche lui si sia costruito delle frasi tipiche: "Io copio" risponde scherzando e facendo ridere anche Matteo.

Negli anni Claudio e Matteo hanno incontrato giocatori e dirigenti, pranzando anche con José Mourinho, l'allenatore della storica stagione del Triplete.

Prima del fischio finale i Mussi lasciano gli spalti per provare a salutare i giocatori. Qualche giorno dopo chiamiamo Claudio, abbiamo rivisto le immagini allo stadio e gli diciamo che tiene sempre stretta la mano di Matteo: "Sì, lo faccio spesso, è una cosa istintiva da sempre, da quando è piccolo, mi dà l'impressione che senta di più le mie emozioni", è il suo modo di proteggerlo.

"Voglio che sia felice, che faccia quello che lo diverte, che trovi una ragazza che sappia volergli bene" è l'augurio di Claudio per il figlio. Intanto, c'è una stagione da finire, con il derby di Champions league con il Milan. Un pezzo di felicità passa anche da qui.

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