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“Sono una buona mamma”: così Alessia Pifferi, che ha fatto morire di stenti la figlia, ai poliziotti

“Sono una buona mamma”: sono queste le parole che Alessia Pifferi, che ha lasciato morire la figlia di 16 mesi lasciandola sola a casa per sei giorni, avrebbe pronunciato al momento dell’arresto.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Sono una buona mamma": sono queste le parole che avrebbe detto ai poliziotti appena l'hanno arrestata e portata in carcere a San Vittore. Alessia Pifferi, 36 anni, è la donna accusa di aver lasciato morire la figlia Diana di sedici mesi. L'avrebbe abbandonata in casa per sei giorni perché avrebbe raggiunto il nuovo compagno in un paesino della provincia di Bergamo.

Le ipotesi sulle cause della morte

Sono diverse le ipotesi che ruotano attorno alla morte della piccola: la bambina potrebbe essere morta di stenti e quindi lasciata senza nulla che potesse garantirle di sopravvivere. Potrebbe anche essere stata narcotizzata: accanto al suo corpicino sono stati trovati un biberon e un boccetta mezza vuota di benzodiazepine. In questo caso si spiegherebbe perché nessuno in sei giorni l'abbia sentita piangere.

La nonna della bimba, al momento, si è trincerata nel silenzio: alcuni cronisti l'avrebbero vista rientrare in casa e a loro avrebbe urlato "andate via o vi denuncio". In quei sei giorni, Alessia Pifferi sarebbe anche tornata a Milano, ma non sarebbe mai passata da casa. Al compagno aveva detto di aver lasciato la piccola a mare con la sorella.

Il momento dell'arresto

Dopo sei giorni è tornata in casa e ha trovato la figlia ormai morta. È stata lei ad allertare una vicina di casa e a chiamare il 118, ma quando i medici e i paramedici sono arrivati per la piccola non c'era nulla da fare. In un primo momento la donna, interrogata dalla Squadra mobile, guidata dal dottore Marco Calì, ha detto di aver lasciato la bimba con una baby-sitter e poi con la nonna. A un certo punto, ha confessato di averla lasciata lei e che sapeva che sarebbe potuta morire.

Pifferi avrebbe raccontato che non era la prima volta che lasciava la piccola sola in casa. Era capitato già altre due volte. Durante l'interrogatorio con il pubblico ministero, Francesco De Tommasi, la donna si sarebbe mostrata lucida e non avrebbe mai pianto. Per il pm si tratterebbe quindi di una donna "pericolosa" consapevole di quanto stava facendo e in grado di commettere qualsiasi atrocità pur di "assecondare i propri bisogni personali".

Non erano seguite dai servizi sociali

Su questa terribile vicenda sussistono molti dubbi: oltre alle modalità del parto – Alessia Pifferi avrebbe partorito al settimo mese e prima di allora sostiene di non essersi accorta di nulla -, anche sulle modalità in cui le due vivevano. La piccola non avrebbe avuto un pediatra. Non solo: le due non erano seguite dai servizi sociali né dalla Caritas.

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