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Referendum costituzionale, il governatore della Lombardia Fontana: “Credo che voterò no”

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, voterà No al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari che si terrà il 20 e 21 settembre prossimi. Il governatore lombardo non è l’unico a sostenere il No: con lui anche alcuni esponenti milanesi di Forza Italia e del Partito Democratico. Ancora incerta la posizione del sindaco Sala mentre per il M5s voterà compatto per il Sì.
A cura di Ilaria Quattrone
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(foto di repertorio)
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Il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari è ormai alla porte. Il 20 e 21 settembre prossimi si voterà in tutta Italia per decidere se confermare la riduzione di deputati e senatori in Camera e Senato. Sulla richiesta del quesito referendario, si stanno esprimendo numerosi politici locali e nazionali. Tra questi anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che oggi, 14 settembre, durante la visita a un istituto superiore di Milano, ha affermato che voterà no. "La nostra Costituzione è importante perché è equilibrata e perché ha una serie di pesi e contrappesi che fanno in modo che tutto stia in piedi". Secondo Fontana, se l'obiettivo del referendum è quello di andare verso una proporzionale puro allora questa "non è la strada giusta". "Credo che per cambiare la Costituzione sia necessario farlo in maniera assolutamente serio", ha poi concluso. All'interno della Lega, il No è sostenuto dal vicesegretario Giancarlo Giorgetti ma non dal leader Matteo Salvini, il quale invece ha affermato che voterà Sì al referendum, lasciando comunque libera scelta agli esponenti del suo partito.

Referendum costituzionale, Formigoni non può partecipare a comizio per il No

Il no di Fontana è condiviso anche dall'ex governatore lombardo Roberto Formigoni, che avrebbe dovuto partecipare a un comizio organizzato a Piazza San Babila per il No al Referendum. Questa possibilità gli è stata negata dal magistrato del tribunale di sorveglianza Gaetano La Rocca. Formigoni sta infatti scontando agli arresti domiciliari per una condanna definitiva per corruzione. L'ex presidente sperava comunque di poter sfruttare le due ore giornaliere di libera uscita per partecipare alla maratona "Dieci ore per il No" organizzata dall'Associazione Radicale Enzo Tortora. Il giudice ha però chiarito che le due ore possono essere utilizzate solo per esigenze di vita quotidiana e non per i comizi. Sul no al referendum, si sono espressi anche altri politici milanesi. A colpire è la presa di posizione di alcuni esponenti locali del Partito Democratico, considerato che – a livello nazionale – la linea del direttivo e del segretario Nicola Zingaretti è a sostegno del sì, dopo un'inversione a U che lo ha visto cambiare repentinamente idea.

Mezzo Pd contro il Sì di Zingaretti, diversi No anche in Forza Italia

Per il No troviamo infatti gli assessori Pierfrancesco Maran, Lorenzo Lipparini,  Laura Galimberti, Roberta Guaineri e Paolo Limonta. Situazione simile anche in Forza Italia. Nel partito guidato da Silvio Berlusconi si sono create due fazioni: una per il Sì guidata da Maria Stella Gelmini e una per il No, di cui a Milano fanno parte Alessandro De Chirico, consigliere comunale azzurro, Fabrizio De Pasquale, capogruppo del partito a Palazzo Marino e Luigi Amicone. Sempre nel centrodestra a schierarsi per il No ci sono anche il consigliere comunale Matteo Forte e il leghista Max Bastoni, consigliere regionale della Lombardia.

Referendum costituzionale, i politici milanesi che sostengono il Sì e i dubbi del sindaco Beppe Sala

Meno chiara la posizione del sindaco di Milano Giuseppe Sala, il quale ha assicurato che penserà fino all'ultimo giorno cosa votare, considerato che "ci sono buoni motivi per votare sì e per votare no, così come per non votare sì o non votare no. Quello che voglio capire nei prossimi giorni e se è serio l'interno a procedere a livello di riforma". A sostenere il Sì troviamo invece gli esponenti del Movimento 5 stelle. Il consigliere comunale Gianluca Corrado afferma che la perdita di rappresentanza sostenuta dagli oppositori "sia solo una bufala". La tesi è condivisa anche dalla collega e portavoce del movimento a Palazzo Marino Patrizia Bedori. L'ex grillino Simone Sollazzo invece si schiera per il No.

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