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Quattro giorni per far visitare il figlio con 40 di febbre: “Al pronto soccorso orde di genitori”

Una mamma ha raccontato le difficoltà che ha avuto nel far visitare il proprio figlio di 20 mesi con 40 di febbre. Il pediatra che non risponde, il pronto soccorso intasato da genitori nelle sue stesse condizioni. La visita è arrivata solo dopo 4 giorni.
A cura di Enrico Spaccini
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Che la pressione maggiore si stava già sentendo nei pronto soccorso pediatrici, lo aveva detto qualche giorno fa a Fanpage.it il direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Niguarda di Milano Massimo Puoti. Tuttavia, è solo quando certe situazioni vengono vissute sulla propria pelle che ci si rende conto della realtà. E non serve essere un medico, basta avere un figlio di 20 mesi con la febbre alta e non riuscire a parlare con il proprio pediatra. È quello che è successo a Giorgia, una mamma che ha raccontato su Twitter la sua odissea al pronto soccorso dell'ospedale dei bambini "Vittore Buzzi".

La febbre a 40 e il pediatra che non risponde

La storia inizia domenica scorsa, 27 novembre. "Mio figlio ha una forte influenza che è andata progressivamente peggiorando", spiega Giorgia nel primo tweet. Allora, il lunedì seguente, prova a mettersi in contatto con il pediatra. Il suo telefono, però, risulta sempre occupato.

"La febbre ha raggiunto i 40, non scende sotto i 39", continua Giorgia, "quindi decidiamo di recarci in pronto soccorso all'ospedale dei bambini". Ed è qui, dove si dovrebbe trovare la soluzione a un problema, che le difficoltà aumentano.

Il pronto soccorso dell'ospedale "Buzzi"

"Due ore per fare l'accettazione, una volta ammessi in triage ci hanno accettati in pronto soccorso dove c'erano orde di genitori nelle nostre stesse condizioni". L'influenza sta colpendo soprattutto la fascia d'età 0-4 anni e allora ecco che la sala è invasa da bambini con febbre altissima, tosse, alcuni lasciati a terra per ore. Elemento comune, oltre ai sintomi, "tutti impossibilitati a raggiungere i pediatri".

Compreso che il proprio figlio non sarebbe stato visitato prima di almeno 10 ore di attesa, Giorgia decide di portarlo via di lì. L'indomani (siamo ormai a martedì) riprova ancora a chiamare il medico, senza successo: "Ci facciamo dare nomi di altri pediatri, ma lo scenario è identico. Se dovesse succedere qualcosa al mio bambino cosa dovrei fare?".

"Una considerazione contro tutto il sistema"

Tra i tweet di racconto, Giorgia spiega che ha voluto raccontare la sua esperienza non per fare polemica contro l'ospedale Buzzi, "dove il personale stava assolutamente cercando di fare del proprio meglio per gestire una situazione estremamente complicata", ma per fare una "considerazione contro tutto il sistema che ha portato a questo in Lombardia e altrove".

Alla fine, il bambino di 20 mesi con la febbre a 40 già da domenica, è stato visitato la sera di giovedì 1 dicembre dal suo pediatra. "Lo visiterà ben oltre un normale orario lavorativo", continua Giorgia, "questo per sottolineare come siano in affanno i medici di base che si ritrovano a gestire anche mille pazienti assegnati".

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