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Pieve Emanuele, edifici Aler abbandonati da decenni: “In mano a crimine e spaccio, abbatteteli”

A Pieve Emanuele, in provincia di Milano, gli abitanti del quartiere di via delle Rose, un’area edificata negli anni Ottanta dalle società di Salvatore Ligresti, vivono da decenni circondati da enormi edifici abbandonati e degradati, dove prosperano criminalità e spaccio. Al termine di una lunga storia di speculazione edilizia, progetti faraonici mai portati a termine e investimenti sbagliati, oggi l’area è di proprietà di Aler, l’azienda per l’edilizia residenziale di Regione Lombardia. I residenti a Fanpage.it: “La nostra pazienza è finita, ci viene in mente quasi quasi di cominciare ad abbatterli noi se non lo fanno loro”.
A cura di Simone Gorla
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Migliaia di metri quadrati inutilizzati da decenni, strutture abbandonate diventate la base per spacciatori e criminalità, tra cui anche una torre di otto piani. A Pieve Emanuele, in provincia di Milano, gli abitanti del quartiere di via delle Rose, un'area edificata negli anni Ottanta dalle società di Salvatore Ligresti, vivono da decenni circondati da enormi edifici abbandonati e degradati, dove prosperano criminalità e spaccio, circondati da discariche a cielo aperto e con il pericolo di crolli e cedimenti improvvisi. Sono strutture costruite nel 1985 per diventare il polo direzionale della fiera di Lacchiarella, un progetto mai portato a termine."La nostra pazienza è finita, ci viene in mente quasi quasi di cominciare ad abbatterla noi se non lo fanno loro",  spiegano i residenti a Fanpage.it.

Investimento fallimentare di Aler

L'area in origine era di  proprietà di Enpam. Nel 2005 gli edifici sono stati acquistati da Aler, l'azienda per l'edilizia residenziale di Regione Lombardia, nell'ambito di un piano di investimenti dell'ex controllata Asset. L'investimento, che doveva portare a una serie di operazioni immobiliari, si è rivelato fallimentare. Oggi parte dell'area è oggetto di un piano di riqualificazione, ma queste strutture restano vuote e aperte, a due passi dalle case.

"A Pieve Emanuele dal 2003 i cittadini aspettano che venga realizzato il piano di riqualificazione urbana denominato ex Incis, che prevedeva un investimento iniziale di 40 milioni di euro con Asset, una ex società di Aler Milano, andava ad acquisire e poi in teoria rivendere delle aree quindi facendo delle operazioni immobiliari", spiega Nicola Di Marco, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.

Un residente della zona: "Tutto abbandonato, emergenza igienica e di sicurezza"

Nello Iaccarino si è trasferito qui nel 1988, quando il quartiere era appena nato. Il sogno di molte famiglie di trovare qui una vita a misura d'uomo a due passi dalla città si è infranto, scontrandosi con una realtà ben diversa. "È tutto abbandonato, l'area è di fatto rimasta praticamente vuota e inutilizzata da sempre. Ormai da anni è diventata un zona di degrado che attira delinquenti e spacciatori, che trovano in quest’area la possibilità di fare i loro comodi". Una sorta di zona franca a pochi metri dai condomini di via delle Rose. "Per noi è veramente un problema di emergenza igienica e di sicurezza", racconta, "di notte qua ci sono movimenti strani. Non parlo solo di criminalità. Spesso entrano anche ragazzi per divertimento o come sfida. Ma è molto pericoloso". Gli abitanti, stanchi da anni di attesa, chiedono di avere risposte chiare delle istituzioni e dalla stessa Aler.

Interventi solo parziali: alcuni palazzi restano esclusi

In realtà in tutti questi anni qualcosa si è mosso, ma gli interventi sono stati parziali. "Nel 2012 sono state abbattute delle prima palazzine, nel 2017 è stata rivista la convenzione, che vedrà in futuro una nuova edificazione in alcune di queste aree", sottolinea Di Marco, "ma all’esterno di questo piano restano ancora fabbricati e palazzi che prevedono una destinazione di tipo direzionale, che difficilmente potrà essere realizzata". In pratica, dovrebbe farsi avanti un investitore interessato a comprare le strutture.  Ma è difficile che accada, considerate le condizioni della zona.

"Le responsabilità arrivano da lontano", racconta a Fanpage.it il sindaco di Pieve, Paolo Festa. "Questi sono edifici nati per l’interporto di Lacchiarella, un’iniziativa che non è mai decollata, e sono stati realizzati dalle società di Salvatore Ligresti". Tra passaggi di proprietà, investimenti sbagliati e progetti mai partiti, la città deve convivere da decenni con la ferita di un'opera incompiuta. "Il piano di recupero non è mai stato realizzato".

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