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Picchiano e minacciano “la rivale d’amore” di soli 15 anni: “Ho vissuto mesi di inferno, un incubo”

“Ho vissuto un vero inferno”: a dirlo ai carabinieri è stata la ragazzina di 15 anni che per mesi è stata minacciata e picchiata da altre coetanee a Brescia. Le percosse sono iniziate quando la minorenne ha iniziato a frequentare l’ex fidanzato di una di loro. In tre sono finite agli arresti domiciliari, una è stata trasferita in una comunità e altre non sono imputabili perché minori di 14 anni.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Sono stati dei mesi di inferno, un incubo": sono queste le parole che la ragazzina di 15 anni ha usato con i carabinieri di Brescia mentre denunciava i maltrattamenti subiti da alcune sue coetanee. La minorenne è stata vittima di minacce e percosse per mesi. Il branco voleva fargliela pagare per aver iniziato a frequentare l'ex fidanzato di una di loro: le botte e le vessazioni venivano riprese e postate sui social o inviate su Whatsapp con l'unico obiettivo di deriderla e sminuirla. A un certo punto, la 15enne ha deciso di porre fine a tutto e di rivolgersi alle forze dell'ordine. Ieri, martedì 20 settembre, quattro adolescenti sono state arrestate con l'accusa a vario titolo di percosse, lesioni e atti persecutori. Tre di loro invece, a causa della loro età, non sono imputabili perché minori di 14 anni.

Le hanno causato un grave trauma cranico

L'ultima aggressione si era verificata ad aprile scorso al Parco San Polo di Brescia dove le ragazze hanno iniziato a picchiare la 15enne. Le violenze sono state talmente violente da farla finire in ospedale con un grave trauma cranico. Un'altra ancora era avvenuta a febbraio in piazza della Loggia. Il meccanismo è sempre stato lo stesso: picchiarla, filmarla, postare tutto sui social e poi deriderla. Una serie di violenze fisiche e psicologiche con le quali la 15enne ha dovuto fare i conti per diversi mesi.

Una in comunità, tre agli arresti domiciliari

Adesso l'incubo sembrerebbe essere finito. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori di Brescia ha  disposto l'arresto: il giudice ha quindi deciso di affidare una delle giovani a una comunità, le altre invece sono finite agli arresti domiciliari affidate ai genitori. Non potranno uscire di casa, ma potranno solo avere contatti con l'ufficio dei servizi sociali minorili e frequentare la scuola.

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