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Perché la prozia di Paolo Bonolis, Adele, è stata proclamata Venerabile dalla Chiesa

Adele Bonolis, prozia del noto presentatore televisivo Paolo Bonolis morta a Milano nel 1980, è stata proclamata Venerabile da Papa Francesco lo scorso 21 gennaio. Si tratta del primo passo verso la canonizzazione, un percorso recentemente compiuto da un altro milanese, Carlo Acutis. Chi era Adele Bonolis e cosa ha fatto per essere proclamata Venerabile? Ecco la sua storia.
A cura di Francesco Loiacono
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La Venerabile Adele Bonolis (Foto dal sito Adelebonolis.it)
La Venerabile Adele Bonolis (Foto dal sito Adelebonolis.it)

Lo scorso 21 gennaio Papa Francesco ha proclamato Venerabile Adele Bonolis, prozia del noto presentatore televisivo Paolo Bonolis. Per la Chiesa cattolica si tratta del primo passo verso la canonizzazione, passo che si compie quando viene riconosciuta "l'eroicità delle virtù" del Venerabile. A proclamare "le virtù eroiche della Serva di Dio Adele Bonolis, Fedele Laica, Fondatrice delle Opere di Assistenza e Redenzione Sociale" è stata la Congregazione delle Cause dei Santi, presieduta da monsignor Marcello Semeraro. Il processo di canonizzazione procede, nel caso in cui ve ne siano i presupposti (ossia almeno un miracolo riconosciuto), con la Beatificazione, come avvenuto recentemente per Carlo Acutis, il 15enne milanese morto nel 2006 a causa di una leucemia e proclamato Beato il 10 ottobre dello scorso anno.

Dopo Carlo Acutis una nuova Beata milanese?

Dopo Carlo Acutis, già ribattezzato "Beato di Internet", Milano potrebbe annoverare quindi in futuro tra i suoi concittadini un'altra nuova beata. Adele Bonolis nacque infatti nel capoluogo lombardo il 14 agosto del 1909, e sempre a Milano morì, nella sua casa in via Lanzone, l'11 agosto 1980, a causa di un tumore all'intestino. Figlia di una famiglia agiata ma non praticante che abitava vicino alla Basilica di Sant'Ambrogio (dove vennero celebrati i suoi funerali), deve la "fama di santità" all'opera di assistenza che svolse principalmente nei confronti delle prostitute. L'incontro che la segnò avvenne quando Adele Bonolis aveva solo 8 anni: si voltò a guardare una prostituta e ricevette uno schiaffo dal padre, che le ordinò di non guardare donne "come quella".

La Venerabile Adele Bonolis da giovane (Foto dal sito Adelebonolis.it)
La Venerabile Adele Bonolis da giovane (Foto dal sito Adelebonolis.it)

Una vita dedicata alle prostitute e altre persone fragili

Da allora però maturò nella giovane Adele la volontà di dedicare tutta la sua vita proprio a "donne come quelle", a cui si aggiunsero altre persone fragili come ex detenuti e malati psichiatrici. Col sostegno di amici e anche dell'allora arcivescovo Giovanni Battista Montini (il futuro Papa Paolo VI) aprì alcune strutture di accoglienza attive tuttora: la Casa di orientamento femminile (Cof), aperta nel 1950 a Montano Lucino (Como) per assistere prostitute, ragazze madri e i loro bambini, la Casa San Paolo a Vedano al Lambro per "assistere persone dimesse dal carcere e dai manicomi giudiziari", parte dell'Associazione Assistenza fraterna (As.Fra), la Casa Maria delle Grazie a Cibrone e Villa Salus, a Lenno in provincia di  Como, entrambe per donne in condizione di fragilità. Dal 2019 l'As.Fra è denominata Fondazione Adele Bonolis – As.Fra, con sede a Vedano al Lambro: il suo presidente e direttore generale Alessandro Pirola guida anche il Comitato per la Beatificazione di Adele Bonolis. Il processo diocesano che ha segnato l'avvio della canonizzazione di Adele Bonolis si è svolto a Milano dal 31 gennaio al 14 dicembre 2003.

Adele Bonolis
Adele Bonolis

Gli studi e il percorso di fede

Adele Bonolis ottenne il diploma magistrale e la maturità classica. Dopo la laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore iniziò nel 1947 la sua attività di educatrice. Tra gli anni ’50 e ’60 insegnò religione presso il Liceo Ginnasio Giovanni Berchet di Milano. Si iscrisse anche a Medicina, senza tuttavia laurearsi. Il percorso di fede di Adele Bonolis iniziò, autonomamente, da bambina all’oratorio femminile delle suore Orsoline di San Carlo e proseguì poi nell’Azione cattolica della parrocchia di Sant’Ambrogio, nella quale diventò dirigente. Il 24 giugno 1941 si consacrò a Dio in forma privata in una piccola chiesa di Monterosso, comune ligure delle Cinque terre. In Liguria riposano anche i resti mortali della donna: venne infatti sepolta nel cimitero di Lucinasco, in provincia di Imperia.

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