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Perché la Procura ha nominato due medici legali e un tossicologo per la morte di Jordan Jeffrey Baby

Nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo sul decesso del trapper di 26 anni Jordan Jeffrey Baby, trovato morto con una corda attorno al collo in carcere a Pavia, la Procura ha nominato due medici legali e un tossicologo.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Procura di Pavia, stando a quanto ha appreso Fanpage.it, ha deciso di nominare due medici legali e un tossicologo nell'inchiesta per omicidio colposo relativa al decesso del trapper Jordan Jeffrey Baby, all'anagrafe Jordan Tinti, il 26enne trovato morto con una corda attorno al collo nell'istituto penitenziario dove era detenuto. I professionisti svolgeranno tutti gli esami necessari a capire cosa possa essere accaduto.

Anche l'avvocato Federico Edoardo Pisani, che assiste il padre del giovane, ha incaricato un medico legale che è anche tossicologo. Al momento non si esclude alcuna ipotesi, nemmeno quella del suicidio. Gli incarichi saranno affidati ufficialmente nella giornata di domani, martedì 19 marzo.

Perché il trapper Jordan Jeffrey Baby si trovava in carcere

L'artista si trovava in carcere perché doveva scontare una pena di quattro anni e quattro mesi di reclusione. Ad aprile 2023 era stato condannato – insieme a un altro collega – per rapina nei confronti di un uomo nigeriano di 42 anni. L'episodio era aggravato dall'odio razziale: i due avevano filmato e condiviso il video del reato su YouTube.

Dopo la decisione del tribunale, l'avvocato Pisani – che assisteva il giovane – era riuscito a ottenere la misura dell'affidamento terapeutico per il suo cliente. Il trapper era stato quindi trasferito in una comunità. Poco tempo fa, la struttura ha inviato una segnalazione al tribunale di Sorveglianza sostenendo che, nella camera dell'ospite, era stato trovato un cellulare e delle sigarette. Il giudice ha quindi sospeso la misura e ordinato il trasferimento nell'istituto penitenziario.

Le denunce per violenza sessuale e maltrattamenti

Una settimana prima della morte, il 26enne è stato quindi portato in carcere: lo stesso dove aveva denunciato di essere stato vittima di un abuso sessuale e di maltrattamenti. In Tribunale, infatti, ci sono due procedimenti: in uno Tinti si era costituito parte civile (adesso sostituito dal padre) e in un altro si era opposto alla richiesta di archiviazione.

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