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La Procura chiede 3 anni di sorveglianza speciale per Baby Gang, il trapper: “Volevo andare a Sanremo”

La Procura di Milano ha chiesto 3 anni di sorveglianza speciale per Zaccaria Mouhib, il trapper conosciuto come Baby Gang. Il 22enne era finito ai domiciliari con braccialetto elettronico a gennaio dopo aver sparato a un conoscente con una pistola ad aria compressa.
A cura di Enrico Spaccini
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Baby Gang (foto da Instagram)
Baby Gang (foto da Instagram)

La Questura e la Procura di Milano hanno chiesto come misura di prevenzione 3 anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per Zaccaria Mouhib, il 22enne conosciuto come Baby Gang. Già condannato in primo grado in due processi, il trapper era tornato ai domiciliari con braccialetto elettronico lo scorso gennaio quando avrebbe esploso un colpo di pistola ferendo un suo conoscente. "Sono cambiato, non ho mai sgarrato una prescrizione", ha detto il cantante davanti ai giudici della Sezione autonoma misure di prevenzione, "volevo andare a Sanremo quest'anno". Il procedimento è stato rinviato al 20 giugno.

L'episodio di gennaio e la nuova misura cautelare

Baby Gang era stato sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora a Lecco in seguito alla condanna a 5 anni e 2 mesi per la sparatoria di via Tocqueville a Milano avvenuta nell'estate del 2022. Lo scorso 20 gennaio, però, stando a quanto ricostruito dai carabinieri il 22enne aveva lasciato la sua abitazione in orario serale, violando così la prescrizione, per andare da un amico chiedendogli ospitalità per la notte.

Probabilmente, però, quel ragazzo si è rifiutato e il trapper avrebbe estratto una pistola ad aria compressa sparandogli due volte. Il ferito era stato medicato poi in pronto soccorso e i miliari avevano trovato una replica di una Glock nella casa di Baby Gang caricata con pallini metallici. Quell'episodio aveva indotto i giudici ad aggravare la precedente misura cautelare nei confronti del 22enne, revocando le autorizzazioni che gli consentivano di incidere album e tenere concerti.

"Sono cambiato, la vittima sono io"

"Non ho mai sgarrato una prescrizione, ho fatto volontariato e non ho sbagliato nulla, solo le persone che ho frequentato in passato", ha detto Baby Gang ai giudici che dovranno decidere in merito alle misure da adottare, "pesa il mio nome ‘Baby Gang', la vittima sono io, arrivo da una situazione non facile, sono cambiato e volevo andare a Sanremo quest'anno".

La giudice Maria Gaetana Rispoli, invece, ha fatto notare al trapper come, considerati i suoi numeri sui social, "ha una grandissima responsabilità, la ascoltano milioni di ragazzi". Perciò non dovrebbe più trattare di "pistola, armi, cocaina, perché lei ha la possibilità di cambiare la mentalità, lei è riuscito a fare di tutto, trovi un modo".

L'avvocato difensore di Mouhib, Niccolò Vecchioni, ha chiesto ai giudici che nell'udienza prevista per il 20 giugno venga ascoltato il ragazzo che sarebbe stato ferito da Baby Gang a gennaio. Intanto, sempre a giugno si terranno i processi d'appello della sparatoria di via Tocqueville e per una rapina a Vignate che gli è costata un'altra condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione.

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