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Perché il numero unico per le visite mediche risolverebbe le liste d’attesa, ma è difficile che si faccia

A fine anno potrebbe arrivare il numero unico per le prenotazioni delle visite mediche. Intervistato da Fanpage.it Vittorio Agnoletto specifica delle condizioni senza le quali non si risolverebbero i problemi delle liste d’attesa in Lombardia.
A cura di Enrico Spaccini
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La sanità lombarda potrebbe presto avere un Centro unico per le prenotazioni (Cup) che gestisce tutte le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e anche dai privati accreditati. "Sarà attivo entro la fine dell'anno", ha promesso l'assessore al Welfare Guido Bertolaso nell'ultima riunione della Commissione permanente sanità a Palazzo Pirelli, presentandolo come soluzione alle lunghissime liste d'attesa. "Sono più di due anni che la Regione dice che istituirà il Cup unico", ha commentato Vittorio Agnoletto a Fanpage.it, "bisogna vedere se si tratta ancora di annunci propagandistici o se questa volta intendono passare ai fatti".

Il problema delle liste d'attesa

Quello delle liste d'attesa infinite è un problema diffuso in tutta la regione. Si moltiplicano i casi di pazienti che telefonano a un ospedale per prenotare una visita urgente e che si vedono fissare un appuntamento a mesi, perfino anni, di distanza.

Non mancano nemmeno cittadini che raccontano di centralini di ospedali pubblici che propongono come soluzione una visita svolta in intramoenia. Quindi un esame fatto dalla stessa equipe medica del sistema sanitario nazionale che, però, agisce da privato comportando un costo maggiore per il paziente.

Un Cup che disponga delle agende di tutti

Per Agnoletto, e non solo, l'istituzione di un Cup unico è di "importanza fondamentale", ma questo deve essere ben strutturato. Innanzitutto, "deve disporre di tutte le agende sia del pubblico che del privato accreditato", sostiene il medico e conduttore della trasmissione 37e2 su Radio Popolare. Caratteristica che è stata annunciata dall'assessore e che, forse, è quella che richiede uno sforzo politico maggiore. Se il sistema sanitario regionale riesce a gestire anche le agende delle strutture private accreditate, questo "permetterebbe di verificare se rispetta gli accordi e quanti sono gli spazi che mette a disposizione e come sono divisi nei tempi durante l'anno".

Non solo: "Permetterebbe anche di controllare che non si ripetano vicende come quelle di MultiMedica", ricorda il medico, con addetti ai centralini premiati se riescono a dirottare i pazienti dalla sanità pubblica a quella privata. Un Cup che dispone delle agende dovrebbe comportare anche l'impossibilità pratica di chiuderle, cosa che per legge già non si potrebbe fare. "Oggi ci troviamo di fronte a molte strutture pubbliche e anche private accreditate che chiudono le agende di prenotazione", ha fatto notare Agnoletto, "cosa che falsa i dati, perché se l'agenda è chiusa non si forma la lista d'attesa".

"Una volontà politica che fino ad ora non c'è stata"

In poche parole, avere un Cup funzionante "permetterebbe il rispetto della legge". Stando al decreto legislativo 124 del 1998, se un ospedale non è in grado di fornire una prestazione nei tempi previsti dalla prescrizione medica, questa dovrebbe essere garantita in un'altra struttura appartenente alla stessa Asst. Se anche questo non è possibile, allora il cittadino dovrebbe essere in grado di poter essere visitato in intramoenia pagando il solo costo del ticket. Tutto questo sarebbe molto più semplice se ci fosse un Cup unico che gestisce la pratica del cittadino, evitandogli di barcamenarsi tra un ospedale e l'altro.

La realizzazione del numero unico "è possibile in tempi brevissimi", sostiene Agnoletto. Quindi non è da escludere che per il 2024 questo sia in funzione come promesso. Tuttavia, la sua istituzione "richiede una volontà politica che fino ad ora non c'è stata". Il timore è che possa ripetersi quanto già si è visto negli anni passati: "Bisogna vedere se si tratta ancora di annunci propagandistici per rispondere a un'esasperazione diffusa in tutti gli strati della popolazione, o se questa volta intendono passare ai fatti".

La manifestazione del 24 maggio

Intanto, sono trascorsi quasi 100 giorni dalla data del voto. Il rieletto presidente della Regione Attilio Fontana aveva promesso che in questi primi giorni di governo della nuova giunta avrebbe dimezzato le liste d'attesa: "Il 24 maggio sono 100 esatti dal voto e le liste sono aumentate", ha affermato Agnoletto, "quindi per quel giorno abbiamo organizzato una manifestazione di protesta intorno al Palazzo della Regione Lombardia alle 17. Sarà un po' come la nostra linea del Piave, se si va oltre significa aver cancellato il sistema sanitario nazionale".

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