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S’innervosisce per l’attesa al Pronto soccorso: inveisce contro i medici e picchia un’infermiera

È successo all’ospedale di Vigevano (Pavia): alcuni infermieri sono stati aggrediti da un 50enne che chiedeva al personale una presa in carico immediata della compagna, appena entrata in codice verde. “Non è più accettabile una situazione del genere”
A cura di Francesca Del Boca
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Immagine di repertorio
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Minaccia gli infermieri e spintona la caposala nel bel mezzo della sala d'attesa del Pronto soccorso. La motivazione? I tempi di attesa troppo lunghi. È successo nel pomeriggio di martedì 16 maggio, all'ospedale di Vigevano (Pavia).

L'aggressione agli infermieri del Pronto soccorso

L'aggressore, 50 anni, si trovava al Pronto Soccorso cittadino con la sua compagna, una donna di 54 anni, che lamentava dolori a una spalla ed era appena entrata in codice verde (ovvero urgenza minore).

È in questo momento che esplode la rabbia dell'uomo: quando, davanti alle sue insistenti richieste, gli viene riferito che non è possibile accelerare la presa in carico di una paziente in codice verde, il 50enne inizia a dare in escandescenze. Prima aggredisce un infermiere di passaggio, e poi se la prende con la caposala che cerca di calmarlo. L'infermiera, 57 anni, viene spinta per terra con violenza, riportando nella caduta una sublussazione del coccige e un problema alla spalla guaribili con una prognosi di 40 giorni.

Sul caso indagano i Carabinieri, che hanno già individuato e fermato l'aggressore.

"La situazione non è più accettabile"

Non è certo il primo episodio che dal Pronto soccorso di Vigevano finisce dritto dritto tra le righe della cronaca locale e nazionale. Solo un paio di mesi fa, nel marzo scorso, un clochard 40enne ha sfondato la vetrata del triage e ha aggredito alcuni infermieri brandendo un paio di forbici.

"Non è più accettabile una situazione del genere", aveva dichiarato un medico del Pronto soccorso di Vigevano. "Molto spesso sono in servizio soprattutto donne e, quindi, capisco le tante paure e preoccupazioni. Non si può lavorare in questa maniera", le parole del dottore.

"Le forze dell'ordine fanno quello che possono, visto che anche loro sono costretti a convivere con forti carenze di personale. Siamo esasperati, perché qui non c'è nemmeno una guardia giurata in servizio".

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