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Caso Chiara Ferragni

Perché Chiara Ferragni è stata indagata per truffa, le tappe della storia e cosa succede adesso

Dalla sanzione dell’Antitrust da un milione di euro per il caso Pandoro all’iscrizione del registro degli indagati di Chiara Ferragni e di Alessandra Balocco, le tappe delle indagini e cosa succede adesso.
A cura di Giorgia Venturini
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Quello che doveva essere un pandoro di beneficienza alla fine è costata un'indagine per truffa aggravata alla influencer più famosa d'Italia. La Procura di Milano lunedì 8 gennaio ha iscritto Chiara Ferragni nel registro degli indagati con l'accusa di truffa aggravata per il caso del pandoro Balocco. E con lei anche Alessandra Balocco, presidente e amministratrice delegata dell'azienda dolciaria.

Non è che l'ultimo atto della Procura dopo giorni di indagini: l'attenzione sul caso del pandoro Balocco era scoppiato dopo i primi accertamenti dell'Antitrust che sono conclusi con una multa da un milione di euro per Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole. Gli inquirenti e i militari della Guardia di Finanza hanno poi avviato le loro indagini che proseguiranno per mesi.

Dal pandoro Ferragni Balocco alla multa dell'Antitrust

Da giorni infatti nel mirino degli inquirenti – le indagini sono state affidate al procuratore aggiungo Eugenio Fusco – e della Guardia di Finanza di Milano c'è la campagna promozionale di Natale 2022 del Pink Christmas firmata da Chiara Ferragni e dalla Balocco. Il progetto prevedeva la vendita di un pandoro con anche brand Ferragni cui parte del ricavato sarebbe stato destinato in beneficienza. In altre parole, si era lasciato intendere dalla pubblicità di quei mesi che acquistando il pandoro i clienti avrebbero potuto sostenere la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario. Stando agli accertamenti della autorità competenti è emerso però che in realtà la somma da devolvere in beneficienza era stata già stanziata.

La prima ad accorgersi di questa incongruenza temporale è stata l'Antistrust sottolineando come le aziende della famosa imprenditrice avessero guadagnato più di un milione di euro da questo progetto natalizio senza contribuire, nel modo in cui era stato comunicato, alla causa solidare promessa. Alla fine il pandoro dallo zucchero a velo rosa era stato venduto al costo di due volte e mezzo il prezzo del pandoro normale, ma sulla cifra da versare in beneficienza era già stato tutto deciso. Alla fine l'Antitrust aveva gridato alla pubblicità ingannevole comminando una multa da un milione di euro all'imprenditrice. Ma era solo l'inizio dell'avvio di indagini.

L'inizio delle indagini della Guardia di Finanza

A chiedere l'intervento della Guardia di Finanza è stata l'associazione in difesa dei consumatori Codacons invocando la truffa aggravata ai danni dei consumatori. E così è stato: le Fiamme Gialle si sono messe ad indagare prelevando tutta la documentazione dell'Antitrust. La Procura ha così avviato le indagini lavorando per giorni a un’inchiesta senza indagati e senza reato ma indirizzando gli accertamenti verso un'ipotesi di truffa. Questa si sarebbe potuta trasformare in un'accusa di reato solo in due casi: se si fossero fatti avanti alcuni querelanti oppure se la Procura avesse evidenziato delle aggravanti che avrebbero portato gli inquirenti a procedere per ufficio.

Alla fine si è seguito il secondo caso: i magistrati hanno aperto un fascicolo per truffa aggravata senza avere sul tavolo nessuna querela. Ma perché aggravata? Secondo una sentenza della Cassazione ogni volta che la truffa avviene su una piattaforma telematica c’è l'aggravante della minorata difesa perché non ci sarebbe modo per gli acquirenti di verificare quanto comprato. Il fascicolo aperto per truffa fa cadere qualsiasi ipotesi del reato di frode in commercio.

Perché è stato deciso di aprire un fascicolo per truffa aggravata

La svolta della Procura di Milano è arrivata dopo che sono state analizzate le email tra Chiara Ferragni e la Balocco dal 2021 in poco: nella giornata di ieri lunedì 8 gennaio i finanzieri si sono presentati nella sede della Balocco a Fossato, in provincia di Cuneo dove hanno acquisito le carte necessarie.

Stando a informazioni di Fanpage.it, queste email avrebbero avvalorato il reato di truffa aggravata e fatto scattare l'accusa di reato. Nei giorni scorsi altre Procura, dopo gli esposti a pioggia del Codacons, avevano aperto altri fascicoli senza ipotesi di reato né indagati: ora tutti gli atti saranno trasmessi a Milano, l'unica Procura a procedere sul caso.

Come si svilupperanno le indagini e cosa rischia Chiara Ferragni

Proseguiranno nei prossimi giorni anche gli accertamenti sulle uova di Pasqua prodotte da Dolci Preziosi in collaborazione con Chiara Ferragni anche in questo caso per scopi solidali. Così come i casi relativi alla bambola Trudi. Al momento Chiara Ferragni non è indagata per truffa per questi due progetti. Ora le indagini proseguiranno: nel caso del pandoro Balocco la Guardia di Finanza proseguirà con le verifiche necessarie dopo aver letto tutte le carte dell'Agcm, ma occorreranno settimane e mesi prima che si arriverà a una conclusione delle indagini. Se venisse confermato il reato della truffa aggravata l'imprenditrice rischia la pena della reclusione da uno e a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549.

La reazione di Chiara Ferragni dopo l'accusa per truffa

L'influencer è difesa dagli avvocati Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone. Tramite i suoi avvocati l'imprenditrice ha commentato così la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati: "Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell'attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero".

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