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Svolta nel caso Ferragni, la guardia di finanza nella sede della Balocco: cosa stanno cercando

La Guardia di Finanza di Milano ha acquisito documentazione nel pomeriggio di oggi lunedì 8 gennaio nell’azienda dolciaria Balocco con sede a Fossato, in provincia di Cuneo. Procedono gli accertamenti sul caso del pandoro griffato da Chiara Ferragni.
A cura di Giorgia Venturini
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La Guardia di Finanza di Milano è stata impegnata nel pomeriggio di oggi lunedì 8 gennaio in un sopralluogo nell'azienda dolciaria Balocco, al centro dell'inchiesta che vede coinvolta anche Chiara Ferragni. L'influencer era testimonial dell'azienda: attraverso la pubblicità avevano lasciato intendere che acquistando il pandoro a firma di entrambi si sarebbe sostenuta la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing permettendo così all'ospedale Regina Margherita di Torino di comprare un nuovo macchinario, ma in realtà la somma era stata già stanziata.

Per prima a evidenziare la pubblicità ingannevole è stata l'antitrust: aveva scoperto che le tempistiche sulla quale si è basata la solidarietà non erano quelle comunicate. Poi l'inchiesta era passata alla Guardia di Finanza di Milano coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Intanto proseguono le verifiche anche sugli altri due progetti di solidarietà portati avanti dalla influencer: uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi. Mentre è di oggi la dichiarazione dell'associazione DiRe che ha confermato di aver ricevuto i 150mila euro del cachet di Sanremo di Chiara Ferragni, soldi l'imprenditrice aveva promesso di dare in beneficienza all'associazione.

Cosa c'entrano le email scambiate tra Chiara Ferragni e Balocco

I finanzieri in questi giorni hanno recuperato la documentazione dell'antitrust e ora si sono presentati anche nella sede dell'azienda che si trova a Fossato, in provincia di Cuneo. Al cento degli accertamenti ci sono anche le varie email scambiate tra lo staff di Chiara Ferragni e la società piemontese: le prime email relative al progetto pandoro "Pink Christmas" risalgono al 2021 e secondo le Fiamme Gialle potrebbero svelare informazioni importante per le indagini. Al momento però l'azienda dolciaria non risulta indagata. La Procura sul caso ha aperto un fascicolo a carico di ignoti e senza reati.  Al vaglio degli inquirenti c'è l'ipotesi di truffa: resta ancora da chiarire però se tra gli acquirenti del pandoro durante le festività di natale del 2022 ci sarà qualcuno pronto a presentare querela. Al momento però nessuno sembrerebbe essersi rivolto alla Procura o alle forze dell'ordine. Resta invece sempre più lontana l'ipotesi del reato di frode in commercio.

Perché Balocco potrebbe non essere indagata per truffa

Stando a quanto precisato dal procuratore Eugenio Fusco, l'azienda Balocco non sarà coinvolta in un'indagine per truffa. Cosa che invece può succedere per Chiara Ferragni. Secondo la Procura se l'inchiesta svelasse che l'azienda abbia assecondato il volere dell'imprenditrice si potrebbe parlare di concorso in truffa. Priorità ora per gli inquirenti è quella di dimostrare se Ferragni e Balocco abbiamo tratto profitto da questa operazione.

Per Chiara Ferragni invece le cose si potrebbero complicare: per ora la Procura sta lavorando su un’indagine conoscitiva per truffa. Questa si potrebbe trasformare in un'accusa di reato, ma solo in due casi: se si facessero avanti alcuni querelanti oppure se la Procura evidenziasse della aggravanti che porterebbero gli inquirenti a procedere per ufficio. Tra le aggravanti che potrebbero essere contestate c'è quella che si baserebbe sul fatto che truffatore e truffati non erano mai in contatto tra loro. In questo caso si parlerebbe di minorata difesa.

Accertamenti anche sul progetto delle uova di Pasqua

La Guardia di Finanza starebbe indagando anche sulle uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi. Entrambe le iniziative sono a scopo solidale e sono progetti legati a Chiara Ferragni. L'azienda Dolci preziosi avrebbe dichiarato di non avere responsabilità nella questione beneficenza. Sono in corso tutte le verifiche del caso per capire se si sia trattata di una presunta operazione commerciale mascherata in campagna di beneficenza. Intanto l'imprenditrice, dopo una pausa dallo scoppio delle indagini, ha ripreso la sua attività sui social.

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