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Pavia, paziente affetto da tubercolosi scappa dall’ospedale e va a Milano

Momenti di paura nel pomeriggio di sabato 10 ottobre a Pavia da dove un paziente affetto da tubercolosi, ricoverato al Policlinico San Matteo, è scappato, rifugiandosi a Milano. Sulle sue tracce si sono messe le forze dell’ordine che, dopo averlo ritrovato in bar, l’hanno riaccompagnato al nosocomio pavese. Ora l’Ats sta provvedendo al tracciamento di suoi eventuali contatti.
A cura di Filippo M. Capra
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Sono state ore di tensione quelle vissute al Policlinico San Matteo di Pavia lo scorso sabato 10 ottobre quando un paziente ricoverato per tubercolosi si è dato alla fuga facendo perdere le sue tracce. L'uomo, un 45enne tossicodipendente residente a Milano, pare avesse già manifestato la volontà di allontanarsi dal nosocomi0, dando seguito alle parole con i fatti. La sua fuga, comunque – come riportato da La Provincia Pavese – è durata molto poco. In serata è stato infatti rintracciato a Milano dopo un breve viaggio in treno. Trovato dalla polizia in un bar, è stato riaccompagnato al San Matteo di Pavia con un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio). Su quanto accaduto la Procura di Pavia ha avviato un'indagine e anche l'Ats locale sta effettuando tutti gli accertamenti del caso per ricostruire l'esatto tragitto percorso dal paziente e gli eventuali contatti avuti fino al suo ritrovamento.

Cos'è la tubercolosi e come si trasmette

La tubercolosi è una malattia infettiva causata da un batterio, noto come Bacillo di Koch. Nella maggioranza dei casi l'infezione interessa i polmoni ma non è escluso che altri organi del corpo ne possano patire le conseguenze. Se non curata, la tubercolosi può portare al decesso. Come per il Covid, anche la tubercolosi si trasmette per via aerea, tramite uno starnuto o un colpo di tosse, o la saliva. Le persone che al momento della secrezione si trovano nelle vicinanze possono rimanere infette una volta inspirati i batteri fuoriusciti dal corpo della persona contagiata. Perché l'infezione avvenga, però, occorre che il malato sia affetto da tubercolosi polmonare attiva, che il paziente non sia in terapia, che la carica batterica sia molto alta e che il ricambio d'aria nell'ambiente in cui è avvenuta la secrezione sia scarso o assente. lato deve essere affetto da Tb polmonare attiva (“aperta”, “bacillifera”)la carica batterica deve essere molto elevatail malato non deve essere in terapiail ricambio d’aria ambientale deve essere scarso o assente.

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