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Olginate, il presunto omicida confessa l’assassinio del 47enne: “Ero arrabbiato, volevo ucciderlo”

Ha confessato il delitto il presunto assassino di Salvatore De Fazio, l’uomo di 47 anni freddato in strada con colpi d’arma da fuoco lo scorso 13 settembre a Olginate, in provincia di Lecco. Stefano Valsecchi, imprenditore 50enne di Calolziocorte, avrebbe inoltre aggiunto di aver agito perché arrabbiato e con l’intento di ucciderlo. Ora i carabinieri dovranno verificare la sua versione.
A cura di Filippo M. Capra
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La vittima della sparatoria Salvatore De Fazio
La vittima della sparatoria Salvatore De Fazio

Il presunto assassino di Salvatore De Fazio, il 47enne ucciso in strada con colpi d'arma da fuoco a Olginate (Lecco), ha ammesso il delitto. Secondo quanto riportato da Il Giorno, Stefano Valsecchi, imprenditore di Calolziocorte di 54 anni, avrebbe ammesso la sua colpevolezza durante l'interrogatorio di garanzia con il giudice per le indagini preliminari Paolo Salvatore, rispondendo a tutte le domande del sostituto procuratore Paolo Del Grosso.

Il presunto assassino confessa: Ero arrabbiato, volevo ucciderlo

Durante l'interrogatorio, Valsecchi non solo avrebbe confessato l'omicidio, ma avrebbe anche aggiunto di aver sparato per uccidere poiché era spaventato e arrabbiato. All'agguato è riuscito a sfuggire il fratello di Salvatore, Alfredo, messosi miracolosamente in salvo. Agli inquirenti il presunto assassino ha poi spiegato che tramite un mediatore, la cui identità rimane al momento ignota, è riuscito a incontrare la vittima, padre di due ragazzi che la notte precedente avevano picchiato il figlio dell'aggressore. L'intento, pare, fosse quello di chiarire la situazione dopo una conversazione di un paio di settimane prima dopo la quale però non è cambiato nulla. A quell'incontro, Valsecchi si sarebbe presentato con altre persone. Al secondo appuntamento, invece, si è portato la pistola. Dopo l'omicidio si era infine dato alla latitanza, durata otto giorni e terminata con la sua costituzione. Nessuno, però, riporta ancora Il Giorno, gli avrebbe chiesto spiegazioni a riguardo. La sua versione nel frattempo dovrà essere verificata dai carabinieri poiché alcuni elementi parrebbero non coincidere con il racconto di alcuni testimoni. Dovrà inoltre essere chiarita la provenienza dell'arma del delitto, che il presunto omicida ha dichiarato di aver trovato in un cantiere per poi sbarazzarsene gettandola nel fiume Adda nei momenti della fuga.

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