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Nuovo stadio di San Siro

Stop al nuovo stadio di San Siro: “Suning ci ha preannunciato vendita dell’Inter”, il club smentisce

“Di fatto la possibile cessione dell’Inter ha interrotto il lavoro”. Così a Fanpage.it il Consigliere comunale di Milano in quota Verdi Enrico Fedrighini, depositario di una mozione che chiede l’obbligo di comunicazione del titolare effettivo per la partecipazione ai bandi pubblici. “L’attuale proprietà del club nerazzurro – ha spiegato – ha comunicato di non sapere se sarebbe stata parte del progetto perché se ne stava andando”. I lavori per il nuovo impianto sono fermi.
A cura di Filippo M. Capra
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Quale futuro per San Siro? E quale per la nuova casa di Inter e Milan? Sono queste le domande a cui parte dell'opinione pubblica è tornata a chiedersi specialmente in virtù dell'ormai acclamato tentativo di cessione dell'Inter da parte di Suning, i cui investimenti sono stati fortemente limitati dal governo cinese. E proprio questo nodo, la proprietà del club nerazzurro di ora e del futuro, ha messo ulteriormente in crisi un piano d'azione che non è mai veramente sbocciato per la posa della prima pietra del nuovo stadio milanese.

Certo, anche il Comune non ha aiutato nella velocizzazione dei lavori (l'interesse pubblico deve essere preservato e non può essere lasciato spazio a dubbi e perplessità per nessuna fase del progetto), ma i due club hanno chiesto di prorogare al 28 febbraio il termine per presentare le integrazioni tecniche richieste dall'Amministrazione durante l'ultimo incontro. A pesare maggiormente sui ritardi per il nuovo stadio, però, è proprio l'incognita della proprietà dell'Inter. Come già anticipato, dovesse Suning non cedere il club, il sogno di realizzare il nuovo impianto resterebbe in un cassetto, in attesa di essere rispolverato da eventuali nuovi proprietari. Al contrario, tutto dipenderebbe dai piani dei medesimi. Bc Partners si è tirata indietro, anche se alcuni sostengono che siano stati i cinesi a respingere delle offerte ritenute poco vantaggiose. La notizia però non riguarda il chi abbia rinunciato, bensì il perché. Evidentemente la valutazione che viene fatta dell'Inter (compresi i debiti, che non sono pochi) non è stata condivisa dai potenziali acquirenti. A questo punto, in Comune vogliono vederci chiaro, aspettando sviluppi prima di proseguire nelle discussioni.

Dopo la richiesta dei titolari effettivi dei club, a cui ufficialmente i nerazzurri non hanno dato risposta, il Biscione di Appiano Gentile è chiamato alla chiarezza. Per capire tutti i dettagli di questa vicenda, Fanpage.it ha interpellato il Consigliere comunale Enrico Fedrighini, già depositario di una mozione che invitava la Giunta a rendere obbligatorio, d'accordo con Anac, di comunicare il titolare effettivo in caso di partecipazione ai bandi del Comune. La stessa mozione poi approvata che non ha avuto risposte dai nerazzurri. "Di fatto la possibile cessione dell'Inter ha interrotto il lavoro", spiega Fedrighini, sottolineando che "l'attuale proprietà del club di viale della Liberazione ha comunicato di non sapere se sarebbe stata parte del progetto perché se ne stava andando". Di conseguenza, senza la comunicazione da parte del titolare effettivo, non si può procedere con la candidatura e l'eventuale assegnazione del progetto via bando comunale. Anche perché, sottolinea il Consigliere in quota Verdi, "il problema dello stadio è che qui in Italia si usa la legge stadi per trasformare un pezzo di città", in quanto "lo stadio è il 14 per cento della superficie di intervento proposta dai club". In sostanza, la cessione in corso da parte di Suning, "non consente, ad oggi – conclude Fedrighini – di rispondere alla domanda del Comune".

In seguito alla pubblicazione dell'articolo, fonti vicine a Suning fanno presente che Suning non ha mai preannunciato la vendita dell’Inter a nessuno, tantomeno al consigliere in questione. La società ha poi fatto sapere che "come più volte ribadito, la proprietà e il club ribadiscono l’importanza del progetto stadio come asset fondamentale intorno al quel rafforzare il posizionamento competitivo del club".

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