Milano, truffava le vittime fingendosi facoltoso uomo d’affari: sequestrate Bmw e un milione di euro
Macchine, case e migliaia di soldi in conti bancari: è quanto sequestrato dalla polizia di Milano a un uomo di 43 anni accusato di diversi reati contro il patrimonio in tutta Italia o più specificatamente di rip deal e cioè di un particolare metodo di truffa utilizzato da criminali esperti.
Sequestrate case, terreni, macchine e soldi
Ieri, giovedì 12 novembre, gli agenti della divisione anticrimine della Questura hanno quindi eseguito un sequestro antimafia disposto dal tribunale di Milano. All'uomo – definito un truffatore seriale – sono stati sequestrati: una casa a Parabiago, in provincia di Milano, un vasto terreno a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, due macchine Bmw di grossa cilindrata e un milione di euro distribuito su diversi conti.
Che cos'è il rip deal
Per raggirare le sue vittime, il 43enne utilizzava il metodo del rip deal che – come spiegato dalla Questura – consiste in sofisticati raggiri in grado di fruttare ingenti profitti illeciti. In questa particolare tipologia di truffa, i criminali si spacciano per facoltosi uomini d'affari, sceicchi, nobili, diplomatici. Una volta scelte le vittime, gli propongono di incontrarsi in lussuose location dove vengono prospettati vantaggiosi affari: ottenuta la loro fiducia propongono cambi di valuta a condizioni favorevoli. Quando avviene però lo scambio, nella valigetta consegnata alle vittima spesso è presente carta straccia o banconote false.
L'attività illecita del 43enne iniziata nel 2002
Nel 2002 – anno in cui avrebbe iniziato la sua attività – il 43enne ha raggirato a Milano un imprenditore friulano: l'uomo si era finto interessato ad acquistare un immobile e dopo aver concordato un cambio di valuta in un hotel della città, aveva fatto sì che un complice strappasse dalle mani all'imprenditore una valigetta con 45mila euro. Lo scorso 21 marzo, il 43enne era stato fermato al valico di Gaggiolo. In quell'occasione era stato trovato in possesso di 8200 euro in contanti. Gli agenti avevano poi scoperto che i guadagni dell'uomo avevano tutti origine illecita. A seguito del sequestro eseguito ieri, in applicazione del Codice antimafia, spetterà al 43enne dimostrare che i suoi beni siano stati acquistati lecitamente e siano stati dichiarati al Fisco. In caso contrario il sequestro diventerà confisca e i beni entreranno nel patrimonio dello Stato e potranno essere reimpiegati per finalità sociali nell’interesse della collettività.