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Milano, da studente a eroe per salvare un bambino di 3 anni che sta soffocando: la storia di Simone

Si trovava a casa per via della dad e in un pomeriggio si è trasformato da studente ad eroe. Simone, 20 anni, ha salvato la vita al nipote di tre anni della vicina di casa che stava soffocando operando la manovra di Heimlich: “L’ho vista fare online diverse volte – ha spiegato -. Non ho perso tempo e gli ho liberato le vie aeree”. Ecco la sua storia.
A cura di Filippo M. Capra
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Simone si trovava in casa per via della didattica a distanza e, mentre si preparava per l'interrogazione di storia, un evento ha sconvolto il suo pomeriggio. La vicina di casa, un'anziana signora, gli ha suonato alla porta gridando aiuto perché il nipotino di appena tre anni stava soffocando. Così il ragazzo, studente di un istituto tecnico a Milano in zona Quarto Oggiaro, l'ha accolta in casa. Il visto del piccolo era blu, ha spiegato Simone al Corriere della sera, e faceva fatica a respirare. Così, ricordando le manovre viste online, ha premuto sul corpicino del bambino per sbloccargli le vie aeree prima di chiamare il 118 e fargli ricevere cure più adeguate.

Studente in dad si trasforma in eroe e salva bimbo di 3 anni

È successo nei giorni scorsi, quando Simone si è trovato davanti la donna che invocava aiuto per il nipotino. Il 20enne, descritto da chi lo conosce come un tipo sveglio, non ci ha pensato due volte: quella manovra (di Heimlich, ndr) l'ha vista fare centinaia di volte tra tutorial online e film. Come spiegato dal ragazzo al Corsera, il piccolo "era blu in faccia, aveva un po’ di schiuma alla bocca poverino. Aveva qualcosa che gli ostruiva le vie respiratorie. Un giochino di plastica, una pallina, ho scoperto dopo". Dunque, dopo averlo aiutato, ha chiamato rapidamente il 118 che si è precipitato a casa sua a sirene spiegate. "Vedevo che respirava a fatica, aveva gli occhietti sgranati, era rimasto senza ossigeno, come in apnea, quelli del 118 mi hanno guidato al telefono", ricorda, mentre spiega che gli operatori sanitari "mi domandavano in che condizioni fosse, mi hanno detto di alzargli le braccia, di metterlo seduto, sono stati fantastici". Simone, che era a casa da solo, si è trasformato improvvisamente in eroe.

Ora la scuola lo vuole premiare: Ci ha commossi

E non ha lasciato il piccolo nemmeno per il trasporto in ospedale: "Fortunatamente aveva ripreso a respirare, piangeva – racconta ancora -, ma stava meglio, quelli dell’ambulanza mi hanno riempito di complimenti". Forse, se nemmeno lui si fosse trovato in casa ora staremmo parlando di una tragedia, sventata dal suo coraggio. Dopo la giornata funambolica, però, ha dovuto spiegare al prof di Storia come mai non fosse presente all'interrogazione. E se dapprima la sua versione non è stata accolta con favore, i docenti si sono dovuti ricredere quando hanno capito che stava raccontando la verità. Ora il suo istituto lo vuole premiare: "Ne parleremo al consiglio docenti, Simone è un bravo ragazzo, alla fine del suo racconto ci siamo commossi tutti, lui compreso – ha garantito la professoressa Elena Scomazzoni -. La nostra è una scuola di periferia, un ambiente non facile, ma i ragazzi ci danno soddisfazioni enormi, che ci ripagano di tutti i nostri sacrifici".

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