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“Mi chiamo Pamela”, ragazza trans assolta per false attestazioni: “È donna nel suo ambiente sociale”

L’avevano fermata i carabinieri durante un controllo nel periodo del lockdown. A loro, Luis Miguel Alvarez Lezcano, aveva dichiarato di chiamarsi Pamela, aggiungendo subito dopo di essere una ragazza trans. I militari l’avevano però denunciata per false attestazioni a pubblico ufficiale. Il giudice l’ha assolta in quanto “ha indicato le generalità nelle quali si riconosce ed è riconosciuto nell’ambiente sociale di riferimento”.
A cura di Filippo M. Capra
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Il giudice del tribunale di Milano Paolo Salvatore ha assolto Luis Miguel Alvarez Lezcano che, durante un controllo nel primo lockdown, aveva dichiarato di chiamarsi Pamela. La trans era stata denunciata per falsa attestazione a pubblico ufficiale, ma nelle motivazioni della sentenza che lo ha assolto perché il fatto non sussiste, si legge che l'imputato ha "indicato le generalità nelle quali si riconosce ed è riconosciuto nell’ambiente sociale di riferimento".

Il giudice: Si riconosce in quanto donna, non c'è reato

Secondo quanto riportato dal giudice Salvatore, il 24 marzo del 2020, Luis Miguel, "il cui aspetto è indubbiamente femminile", si trovava in giro per comprare delle medicine al fidanzato. Fermato dai carabinieri che controllavano le strade per verificare che tutti rispettassero le misure di contenimento anti Covid, "aveva fornito le generalità con cui, da 15 anni circa, è solito farsi chiamare nel contesto delle relazioni sociali". Il nome Pamela, scrive ancora il giudice, corrisponde obiettivamente ad un contesto di non verità, ma ciò non costituisce reato perché dopo aver comunicato il proprio nome ai militari, la donna ha aggiunto di essere "una ragazza trans". Per questo motivo, scrive ancora il giudice, "è da ritenere che, nel declinare le false generalità è mancata anche la coscienza e volontà" di mentire “dal momento che aveva in tal modo inteso indicare le generalità nelle quali (per ragioni di identità di genere) si riconosce ed è riconosciuto nell’ambiente sociale di riferimento. Assenza di dolo ancora più evidente solo che si pensi alla pressoché immediata messa a parte degli operanti del fatto di essere un transessuale".

La legale di Pamela: Il giudice ha mostrato grande sensibilità

L'avvocatessa della trans Debora Piazza ha spiegato all'Agi che "durante l’udienza il giudice ha mostrato grande sensibilità" chiedendo a Pamela se preferisse ricevere domande al femminile. Tale offerta ha messo da subito a suo agio l'assistita del legale che ha dichiarato come si senta "da sempre, fin da piccola, imprigionata in un corpo che non è il suo. Sta aspettando il permesso di soggiorno per poi finalmente operarsi e concludere il percorso di transizione".

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