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Lombardia, il M5s caccia il consigliere no green pass Piccirillo

È stata depositata oggi, all’ufficio di presidenza del consiglio regionale lombardo, una lettera in cui si chiede l’espulsione del consigliere Luigi Piccirillo dal Movimento Cinque Stelle Lombardia. Il matrimonio, secondo le fonti interne al M5s, era finito da tempo e la sua azione di protesta contro il green pass sarebbe stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
A cura di Simona Buscaglia
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Il consigliere regionale Luigi Piccirillo (Fonte foto Facebook)
Il consigliere regionale Luigi Piccirillo (Fonte foto Facebook)

Era un matrimonio finito da tempo quello tra il consigliere del Movimento Cinque Stelle Luigi Piccirillo e il suo gruppo a Palazzo Pirelli, tanto che oggi è stata consegnata al presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, una lettera in cui si dichiara ufficialmente la sua espulsione dal M5s Lombardia. Da fonti interne al Movimento Cinque Stelle, sembra che il suo ultimo episodio di protesta, ovvero quello di trasferire l'ufficio sul marciapiede del Pirellone contro l'introduzione dell'obbligo del green pass sui luoghi di lavoro, sia solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Piccirillo infatti non partecipava all'attività e alla vita politica del Movimento da parecchi mesi, riferiscono a Fanpage.it dal M5s, oltre ad aver votato decine di volte in aula in modo differente dal gruppo senza motivarlo. Il consigliere Piccirillo ha fatto sapere che domani alle ore 12 a Palazzo Pirelli terrà una conferenza stampa per rilasciare alcune dichiarazioni in merito all'espulsione.

Il consigliere no green pass con l'ufficio sul marciapiede di Palazzo Pirelli

Nelle ultime settimane il consigliere Piccirillo ha fatto parlare di sé per le sue iniziative contro l'obbligo del certificato verde sui luoghi di lavoro: "Mai sottrarsi alla diffusione e monitoraggio del virus, chi vuole vaccinarsi lo faccia – aveva dichiarato Piccirillo durante la sua ultima protesta – il vaccino è narrato come la ‘manna dal cielo' ma dopo un anno e mezzo ancora non si parla di cure. Oggi la protesta non è in ambito sanitario, chi mi dice no vax lo querelo immediatamente, ho vaccinato i miei figli". Piccirillo era stato anche criticato per alcuni messaggi che aveva scritto sul suo profilo Facebook, come ad esempio quello in cui scriveva: "Il Green Pass è facoltativo come nel 1938 lo era la tessera del Partito Fascista. Non era obbligatoria, ma senza non potevi lavorare, frequentare l'Università, usufruire di servizi pubblici". Piccirillo, sentito in un'intervista a Fanpage.it, aveva poi subito precisato che si trattasse di "una provocazione, una forzatura".

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