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“Green pass come la tessera fascista”. Il consigliere M5s Piccirillo: “Provocazione, non sono no vax”

Il consigliere regionale del M5s Luigi Piccirillo dichiara in un’intervista a Fanpage.it “Sono contro il green pass come azione politica, perché è un vero escamotage che crea solo dei problemi ai lavoratori che magari non possono permettersi 400 euro di tamponi”. Per l’esponente pentastellato “se viene inserito l’obbligo vaccinale sarò il primo a rispettare una legge dello Stato”. La richiesta della scrivania sotto al Pirellone? “Sono state scritte falsità”
A cura di Simona Buscaglia
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Il consigliere regionale Luigi Piccirillo (Fonte foto Facebook)
Il consigliere regionale Luigi Piccirillo (Fonte foto Facebook)

"Era una provocazione, una forzatura". Lo definisce così il consigliere regionale del M5s Luigi Piccirillo il messaggio che ha pubblicato su Facebook dove scriveva: "Il Green Pass è facoltativo come nel 1938 lo era la tessera del Partito Fascista. Non era obbligatoria, ma senza non potevi lavorare, frequentare l'Università, usufruire di servizi pubblici". L'esponente grillino, sentito da Fanpage.it, ha precisato che "Io non sono un no vax, quindi chi lo dice verrà da me querelato. Sono contrario al green pass come azione politica, perché è un escamotage che crea solo dei problemi ai lavoratori che sono rimasti chiusi a casa un anno e mezzo. Metti l'obbligo vaccinale, come è stato fatto anni fa dalla Lorenzin. Non c'entra con la questione sanitaria: oggi chi non si vaccina non infrange la legge".

Piccirillo: quando ci sarà l'obbligo sarò il primo a promuovere una legge dello Stato

"Io sono il primo a dire che nel momento in cui ci sarà la legge, prendendotene le responsabilità, rispetterò le leggi dello Stato come ho sempre fatto. I miei figli sono vaccinati, non sono contro i vaccini", ha aggiunto Piccirillo, che in un lungo post su Facebook aveva anche scritto: "Ho semplicemente atteso, fino ad oggi, di verificare l'effetto della sua inoculazione prima di procedere a farlo". In quanto consigliere regionale sarà comunque obbligato a mostrare il green pass per poter entrare a Palazzo Pirelli e svolgere le sue attività di politico: "Per questo motivo farò il tampone". Per il consigliere regionale il green pass "è un'azione politica che aumenta le differenze sociali perché ci sono persone che non si possono permettere di spendere 400 euro di tamponi anche perché, ad oggi, rispetta le regole non vaccinandosi". Piccirillo critica il fatto che "per il green pass non autorizzano i salivari rapidi ma i nasali rapidi sì. Ci sono casi, penso ai ragazzi autistici ad esempio, in cui questo potrebbe fare davvero la differenza per poterlo portare al cinema. Ci metterebbe due ore per riprendersi perché lo dovrebbero legare per fargli il tampone".

Il consigliere: "Non ho mai fatto richiesta alla Regione di portare fuori una scrivania"

In merito alla richiesta che avrebbe inoltrato agli uffici regionali per portare fuori in strada una scrivania sul marciapiede del Pirellone come azione di protesta, ha replicato: "Sono stati fatti degli articoli di giornale senza nemmeno chiamarmi e con delle notizie false. La richiesta di portare fuori la scrivania agli Uffici di Regione non l'ho mai fatta, è stato un tentativo di minare la mia credibilità. Io i permessi per calpestare il suolo pubblico sotto Regione o a Milano in generale li chiedo da luglio perché sono referente regionale per il referendum contro la caccia e da quattro mesi sono nelle strade per questo motivo" ha concluso Piccirillo. Il consigliere ha annunciato che martedì, durante il consiglio regionale, sulla questione green pass "farò un'azione, poco prima che inizi la seduta".

Il M5s: La tutela della salute non può lasciare spazio alle ambiguità

Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle della Lombardia ha ribadito in una nota che "nel contrasto alla diffusione del Covid non possono e non debbano esistere ambiguità". La posizione del gruppo quindi è che "Il vaccino salva le vite, ha permesso la ripresa delle attività e consentito la riapertura delle scuole. Il Green Pass, per quanto migliorabile in alcuni aspetti, rappresenta una fra le possibilità che il governo ha avuto la necessità di introdurre, al fine di avvicinare le persone al vaccino. La tutela della salute non può lasciare spazio ad ambiguità politiche e convinzioni personali".

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