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Lettera dei sindaci bresciani alla ministra Azzolina: “No alla riduzione dell’orario scolastico”

In una lettera inviata dai sindaci bresciani alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, i primi cittadini esprimono preoccupazione per la possibilità di vedere ridotto l’orario scolastico, con conseguenze negative per le famiglie, i lavoratori, ma anche dei comuni che dovranno farsi carico dei servizi integrativi.
A cura di Natascia Grbic
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Manca un mese alla riapertura delle scuole. Il primo settembre partono i recuperi, il 7 aprono i cancelli nidi e materne, mentre il 14 riprenderanno le lezioni. E, a trenta giorni dalla data fatidica, ci sono ancora molte incertezze e domande senza risposta. Per questo i sindaci dell'Associazione Comuni Bresciani ha inviato una lettera alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, chiedendo di fare chiarezza. E, soprattutto, di non ridurre gli orari della permanenza a scuola di bambini e ragazzi. "Pur nella comprensione delle difficoltà organizzative, del rispetto dell'autonomia scolastica e della necessità di tutelare in primis il diritto alla salute di studenti, insegnanti, personale scolastico e famiglie, stiamo purtroppo assistendo e sperimentando un'insostenibile situazione di estrema confusione, dettata dall'assenza di informazioni uniformi e univoche, alimentata da dichiarazioni, anticipazioni, relazioni e bozze di provvedimenti legislativi, che sono stati repentinamente superati e/o smentiti da successivi testi di tenore opposto".

Ed è sopratutto la riduzione dell'orario scolastico che preoccupa i sindaci, che nella lettera hanno parlato di "sopperire a mancanze che non afferiscono direttamente a loro attribuzioni, peraltro in assenza di risorse adeguate e addirittura con il rischio di essere chiamati a rispondere anche sotto il profilo contabile – erariale per l'attivazione di servivi sostitutivi o integrativi di quelli sino a oggi erogati dal sistema d'istruzione di competenza statale". I sindaci hanno spiegato alla ministra che molte famiglie stanno decidendo di non iscrivere i figli alle scuole per l'infanzia nel caso l'orario dovesse strutturarsi nella fascia 9-13, "con evidenti ripercussioni negative in molteplici settori tra cui quello della formazione degli organi scolastici futuri e quello della refezione scolastica".

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