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L’assessora Gaia Romani a Fanpage.it: “Anche i giovani possono ricoprire un ruolo di responsabilità”

“L’obiettivo di questi anni è di rendere le anagrafi dei luoghi accessibili a tutti”. A Fanpage.it l’assessora ai Servizi Civici e Generali Gaia Romani, 26 anni, spiega i suoi primi mesi a Palazzo Marino e come i giovani in Italia possono ricoprire ruoli di responsabilità.
A cura di Giorgia Venturini
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L'assessora ai Servizi Civici del Comune di Milano Gaia Romani, 26 anni, alle scorse elezioni amministrative (con 2.201 preferenze) è stata la quarta candidata più votata del centrosinistra e, se si considerano tutte le coalizioni, è stata in assoluto la terza donna più votata a Milano. Per questo il sindaco Giuseppe Sala le ha affidato un assessorato. A distanza di mesi, l'assessora a Fanpage.it racconta i suoi obiettivi e spiega che avere 26 anni e ricoprire un ruolo di responsabilità è possibile.

Assessora, come è nata la sua passione per la politica?

Ho sempre fatto politica: ho iniziato sui banchi di scuola a 16 anni. Non ho iniziato però pensando che poi nella mia vita questa passione avrebbe preso il sopravvento. Pensavo fin da subito di fare la mia parte in una dimensione più collettiva, in un'epoca in cui si punta molto sull'individualismo. Io invece volevo far parte di qualcosa. La passione per la politica poi è cresciuta sempre di più, ho fatto la consigliera di Municipio fino a pochi mesi fa e mi sono candidata alle ultime elezioni amministrative di Milano. Quando Giuseppe Sala è stato riconfermato, mi ha voluta in giunta. Pochi mesi fa è iniziata la mia esperienza a Palazzo Marino.

Ed è anche l'assessore più giovane…

È vero, non siamo abituati a vedere un assessore giovane in una giunta di una città così importante. Cerco di raccontare ai giovani in maniera semplice quello che faccio. Quindi mi piace anche usare i social per capire di cosa mi occupo e parlare con loro raccogliendo tutti i suggerimenti.

Alle elezioni è stata la terza donna più votata a Milano, un vero onore?

Mi ha sorpreso che i cittadini valorizzassero anche persone che avevano avuto meno visibilità e meno esperienza. Invece ho visto che c'è voglia di approcci diversi, di guardare al futuro. Una caratteristica che hanno i giovani. I cittadini trovano molto positivo il fatto che sia giovane.

In questi cinque anni di assessorato su cosa punterà?

Noi vorremmo investire molto sulla formazione dei dipendenti e su come accogliamo le persone nei luoghi pubblici. L'obiettivo è di rendere le anagrafi per esempio dei luoghi accessibili a tutti. Ora non lo sono ancora completamente: penso ad esempio ad alcuni tipi di disabilità e alle barriere linguistiche. Mi piacerebbe che le anagrafi siano il biglietto da visita di Milano. Sembra molto semplice a dirsi ma non sarà immediato.

In questi giorni si sente parlare di giovani "sfaticati" e che non sono pronti a fare sacrifici nel mondo del lavoro, che ne pensa?

Non è vero che i giovani sono irresponsabili, che sono quelli che non accettano i lavori più duri e che hanno standard di pretesa troppo alti. Credo che la riflessione da fare debba partire da chi ha la responsabilità di costruire un mondo del lavoro che sia prima di tutto tutelante e poi di costruire dei percorsi che siano basati sulle opportunità che i giovani vogliono e desiderano avere.

Qual è secondo lei il problema?

Abbiamo tantissime persone che formiamo in Italia ma che poi perdiamo perché trovano più occasioni all'estero. Chi rimane infatti ha poche opportunità e trovano difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. Molto spesso gli stage non sono dei veri percorsi di formazioni che permettono di inserirsi nell'ambiente lavorativo in maniera più stabile. Gli stage invece sono spesso utilizzati per scaricare il lavoro in eccesso e il sovraccarico a un costo più basso. E ancora: non possiamo fare finta che non ci siano dei ragazzi che hanno vissuto la pandemia stando lontano dai luoghi di lavoro dove avrebbero potuto crescere e imparare molto. Quindi ridurre tutto alla parola "sfaticati" mi sembra ingiusto.

Tra cinque anni le piacerebbe continuare la sua carriera nel mondo della politica?

Sono assessora solo da pochi mesi. Sto ancora cercando di capire se posso farlo bene e se posso dare i risultati che mi aspetto e che spero di dare. Non tanto per me a livello personale quanto piuttosto per la mia generazione perché vorrebbe dire che a 26 anni puoi ricoprire un ruolo di responsabilità e portare avanti le tue idee in modo efficace per i cittadini.

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