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L’aggressore della Stazione Centrale di Milano: “È possibile che sia stato io, non ricordo”

“Sono stato io? Non ricordo”, ha detto Rhasi Abrahman durante l’interrogatorio di garanzia. E davanti all’elenco delle aggressioni con il coltello, avvenute lunedì pomeriggio tra via Andrea Doria e via Sammartini: “Forse ero drogato o ubriaco”.
A cura di Francesca Del Boca
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Sei persone aggredite e ferite con il coltello, sangue sull'asfalto di strade e marciapiedi, panico in tutta la zona che dalla stazione Centrale di Milano corre fino al quartiere a Nord di Loreto. Ma l'aggressore sembra avvolto da una nube di nebbia. "È possibile che sia stato io, non ricordo", dice infatti Rhasi Abrahman durante l'interrogatorio di garanzia. E davanti all'elenco degli episodi criminosi, avvenuti tra via Andrea Doria e via Sammartini: "Sono stato io? Forse ero drogato o ubriaco".

Il quadro, in ogni caso, lo definiranno presto le analisi tossicologiche e la perizia psichiatrica disposta dalla Procura. Per il momento l'aggressore, che vive in un sottopasso della Centrale ed è senza documenti e permesso di soggiorno, si trova nell'infermeria del carcere di San Vittore e, secondo le parole dell'avvocato, sarebbe ancora sotto l'effetto di stupefacenti.

"Ha preso di mira solo donne"

Rhasi Abrahman, l'aggressore che nel tardo pomeriggio di lunedì 6 marzo ha ferito con un coltellino ben sei persone nella zona intorno alla Stazione Centrale di Milano, secondo il pm avrebbe "preso intenzionalmente di mira solo donne, non esitando a colpirle con estrema violenza".

"L'ho visto arrivare, sembrava faticasse a reggersi in piedi", ha detto una delle vittime, Francesca, 44 anni. "Mi sono intimorita, mi sono spostata per lasciarlo passare. Una volta che mi ha superato, mi ha aggredito per strapparmi il cellulare dalle mani. Ho provato ad allontanarlo ma lui mi ha colpito al petto e sono caduta". La strattona e la spintona. "Poi ha tirato fuori un coltello con l’impugnatura rossa e me lo ha puntato al volto. Mi sono messa a gridare".

Tra di loro c'era anche Carmen, 34 anni, incinta. "Ero al telefono con mia madre, non lo avevo proprio notato. Mi ha aggredita da dietro, mi ha preso per il collo", ha raccontato. Quel pomeriggio, intorno alle 17.30, stava camminando lungo via Sammartini, stradone deserto che costeggia i binari della Stazione Centrale. "Ho sbattuto la testa contro una vettura. Ha iniziato a colpirmi al volto, alla testa. Poi mi ha scaraventato a terra, mi teneva bloccata mentre continuava a tirarmi pugni in faccia". 

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