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La madre di Giorgio Medaglia, trovato morto nel fiume Adda: “Non era solo, continuate a indagare”

“L’inchiesta sulla morte di mio figlio non deve essere archiviata, ci sono troppe cose che non tornano”. A parlare a Fanpage.it è Ombretta Meriggi, madre di Giorgio Medaglia, l’uomo trovato morto nel fiume Adda un anno fa.
A cura di Filippo M. Capra
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Ombretta Meriggi, la mamma di Giorgio Medaglia, l'uomo trovato morto del fiume Adda, non ci sta. Suo figlio non si è tolto la vita, né è rimasto vittima di un incidente. Per la donna, suo figlio è stato ucciso. E qualcuno che dovrebbe aver già parlato, si tiene per sé i segreti. Lo ha ribadito ancora una volta a Fanpage.it, ripercorrendo i momenti della scoperta della sua assenza da casa, il ritrovamento del motorino e del suo cadavere. Tanti, troppi, secondo la donna, i punti oscuri di una vicenda per cui la Procura di Lodi ha chiesto l'archiviazione.

I dubbi della madre di Giorgio: L'hanno trovato ubriaco ma era astemio

Innanzitutto, la prova che avrebbe indotto gli inquirenti ad archiviare il caso è quella relativa al tasso di alcol presente nel sangue di Giorgio al momento del rinvenimento del suo cadavere, estremamente alto. Una cosa strana per lui, che non è mai stato visto bere alcol: "Il livello diceva che era praticamente ubriaco, ma mio figlio era astemio". Giorgio era uscito di casa la sera del 28 novembre 2020 dimenticando a casa il cellulare. La mattina dopo, la madre si era affacciata alla sua camera ma, non vedendolo, si è preoccupata. Giorgio era sparito. L'allarme è scattato a mezzogiorno, quando la donna ha "chiamato i carabinieri" denunciando la scomparsa del figlio. "Due giorni più tardi – racconta Ombretta a Fanpage.it – mi hanno detto che avevano trovato il suo motorino per poi richiamarmi qualche giorno più tardi e dirmi che stavano andando a Cavenago d'Adda per il riconoscimento di un cadavere". Ombretta è andata quindi con loro e, all'apertura del cellophane in cui era stato posto il corpo dell'uomo, ha riconosciuto il figlio. Non per il volto, "non aveva più la sua fisionomia", ma "dai capelli e dalla maglietta nera".

Ombretta: Il fascicolo non va archiviato

Qui, però, la madre di Giorgio viene avvisata da un carabiniere che il figlio indossava dei pantaloncini rossi. "Non ne ha mai avuti", spiega, "quindi non potevano essere suoi. In più erano più piccoli, perché lui era grande e grosso". Altro punto oscuro della vicenda. Chi ha messo i pantaloncini a Giorgio? O li ha reperiti durante la serata? L'autopsia effettuata sul suo cadavere ha confermato la morte per annegamento, ma la madre si chiede: "Gli hanno corso dietro? È inciampato ed è finito nell'acqua?". Poi, la convinzione: "Giorgio era con qualcuno che ha visto e che sa. Per questo, e per tutte le ambiguità elencate, il fascicolo non va archiviato". L'udienza davanti al giudice per le indagini preliminari è fissata per il prossimo 13 gennaio. Il gip dovrà decidere se archiviare o meno l'inchiesta della Procura.

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