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Il sindaco di Varese espone la bandiera del Napoli e fa subito rimuovere le scritte dopo l’aggressione ai tifosi

“A Varese tutti possono supportare la propria squadra, quello che è successo è inaccettabile”, le parole del sindaco Davide Galimberti dopo le aggressioni da parte di frange estremiste del tifo locale contro una famiglia di napoletani in giro per i festeggiamenti dello scudetto, e dopo alcune scritte offensive sui muri delle scuole.
A cura di Francesca Del Boca
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La bandiera del Napoli esposta fuori dal Comune di Varese
La bandiera del Napoli esposta fuori dal Comune di Varese

Prima le minacce diffuse sui social da parte delle frange estremiste del tifo locale ("A Varese non sono graditi festeggiamenti di altre squadre, e soprattutto del Napoli"). Poi le scritte contro il Napoli sui muri della città, e le aggressioni violente contro alcuni gruppi di tifosi partenopei durante la serata per i festeggiamenti dello scudetto azzurro, tra cui una famiglia con due bambini di 2 e 9 anni.

Un contesto che ha spinto il sindaco di Varese Davide Galimberti a intervenire. Come? Esponendo una bandiera del Napoli fuori dal balcone del Comune, in centro città. E ordinando di rimuovere immediatamente le scritte offensive contro il team ufficialmente campione d'Italia. "Varese è città di sport. E lo sport è festa, lo sport è divertimento e deve esserlo per tutti! Famiglie, giovani, bambini, adulti", recita inoltre un suo post su Facebook.

"A Varese tutti possono festeggiare la propria squadra"

"Tifare la propria squadra in tutti i modi pacifici, colorati, rumorosi, divertenti è una delle parti più belle dello sport e tutti devono sentirsi liberi di farlo, in ogni città e paese".

E mette i puntini sulle i, rivolgendosi direttamente agli autori del comunicato social in cui si vietavano i festeggiamenti in città ai tifosi napoletani. "Varese gioisce per le sue vittorie casalinghe, come di recente per basket e hockey, ma è anche città dove tutti possono festeggiare la propria squadra".

"Quanto accaduto a Varese, gli scontri e le scritte sui muri, è da condannare fermamente poichè si tratta davvero di qualcosa di inaccettabile. Una ventina di persone non possono e non devono rovinare un momento di gioia sportiva. La nostra Varese, città di sport, tifa tutti gli sport, tutte le squadre e si complimenta e gioisce con chi ottiene vittorie importanti".

L'assalto contro una famiglia di napoletani

Una ventina, volti incappucciati, armati di sassi e spranghe. Così ha descritto gli aggressori la famiglia di tifosi napoletani aggredita in centro a Varese ieri sera, dopo il pareggio del Napoli con l'Udinese.

Ci hanno fermato con bottigliate e sassate. Erano almeno una ventina, vestiti di nero e con il volto coperto. Ci hanno fermato buttando sassi e pezzi di vetro sull’asfalto e sulle auto", ha raccontato uno di loro a VareseNews, ancora con il volto sporco di sangue. "Ci hanno spaccato la macchina, a quel punto siamo stati costretti a scendere e siamo stati picchiati. I miei figli sono sconvolti, stanno piangendo da ore".

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