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Il paese che da anni vive con l’incubo della frana e nessuno fa niente: “Provocherebbe un’inondazione”

A Tavernola Bergamasca una frana rischia di far precipitare nel lago di Iseo un pezzo da oltre 2 milioni di metri cubi del monte Saresano, provocando un’onda di ritorno di 7-8 metri. Da anni la popolazione resta in attesa e si chiede come mai su quello stesso monte si continui a scavare per estrarre cemento.
A cura di Chiara Daffini
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La frana sul monte Saresano a Tavernola Bergamasca
La frana sul monte Saresano a Tavernola Bergamasca

Tavernola Bergamasca, in provincia di Bergamo, è un comune di duemila abitanti incastonato tra il lago di Iseo e il monte Saresano. Proprio su questa montagna è presente una paleo frana che nel febbraio del 2021 ha raggiunto una velocità di spostamento di quasi 3 centimetri al giorno.

"La frana – spiega a Fanpage.it Devis Dori, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra -, una volta scesa verso il lago d'Iseo, provocherebbe un'onda anomala che è stata stimata di circa 7-8 metri, che raggiungerebbe Monte Isola per poi tornare verso il paese di Tavernola".

"Nella sua discesa – continua Dori -, la frana colpirebbe buona parte del cementificio ItalSacci, situato sul monte, e al cui interno sono stoccati tantissimi materiali, tra cui soluzioni ammoniacali e petcoke, che, una volta caduti all'interno del lago d'Iseo, provocherebbero un enorme danno alla flora e la fauna del lago".

Lo studio delle università

L’allarme, nel 2021, parte proprio dagli impianti di monitoraggio del cementificio ItalSacci, gli unici allora presenti sul luogo. Lo stabilimento si ferma temporaneamente e intervengono Comune, Regione ed enti preposti, commissionando uno studio ad hoc.

Vi lavorano il Politecnico e l'Università Bicocca di Milano, l'Università degli Studi di Firenze e l'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria Ur di Milano. Il risultato sono 134 pagine in cui è scritto che non è da escludere un processo di rottura progressiva del monte.

Gli esperti consigliano la sospensione delle volate esplosive utilizzate per estrarre il cemento dalla cava Ca' Bianca, di ItalSacci, ma il cementificio ottiene l’autorizzazione a riprendere l’attività, utilizzando però martelli pneumatici al posto dell’esplosivo.

"Nello studio – afferma il sindaco di Tavernola Bergamasca, Ioris Danilo Pezzotti -, vengono analizzate le concause della frana e tra queste c'è l'utilizzo di esplosivi nella cava, quello che ci lascia perplessi è il fatto che si continui a scavare sullo stesso monte che si sta sgretolando, a una distanza di 500 metri in linea d'aria".

Lo stabilimento ItalSacci sul monte Saresano
Lo stabilimento ItalSacci sul monte Saresano

"Certo – aggiunge Dori, autore di diverse interrogazioni parlamentari sull'argomento -, abbiamo ottenuto almeno che a oggi l'attività estrattiva non avvenga più attraverso l'esplosivo, ma stiamo pur sempre parlando di due martelli pneumatici, di sei e di tre tonnellate".

Nello studio non è specificato quali possano essere gli effetti dei martelli pneumatici, ma si dice che "L'eventuale adozione di altre tecniche di coltivazione (diverse dall'esplosivo, ndr) andrà valutata in termini di sollecitazioni che potrebbero essere indotte". Eppure nessuno sa oggi dire quali e quanto intense siano queste sollecitazioni.

Dal canto suo ItalSacci, attraverso il suo direttore tecnico Agostino Rizzo risponde a Fanpage.it: "La nostra è stata un'azione precauzionale, nello studio non sono state rilevate correlazioni dirette".

E per quanto riguarda la richiesta di chiudere lo stabilimento: "La visione dell'amministrazione comunale di Tavernola – dice Rizzo – è diversa da quella dell'azienda, evidentemente c'è la volontà di dare al territorio un'altra vocazione, privandolo però di una risorsa fondamentale come il cemento".

Dori punta il dito contro la politica: "Prima si mettono davanti gli interessi economici di un'impresa e poi la sicurezza dei cittadini. Qui ci sono grossissime responsabilità, a partire da Regione Lombardia, che avrebbe avuto la possibilità di bloccare subito l'attività di estrazione sul monte Saresano e invece non l'ha fatto".

Dal Pirellone risponde l'assessore al Territorio e Sistemi verdi Gianluca Comazzi: "Noi non escludiamo che le attività estrattive accumulate negli anni possano aver contribuito a quello che è successo. Il monitoraggio prosegue, perché la priorità per noi è la sicurezza dei nostri cittadini".

Tavernola Bergamasca
Tavernola Bergamasca

Nel frattempo sono stati stanziati 15 milioni – 10 dal Governo e 5 da Regione Lombardia – per la messa in sicurezza del monte, ma i lavori non inizieranno prima del 2024. Intanto la frana, seppure lentamente, continua a muoversi e manca un dispositivo d’allarme adeguato.

"Visto che non abbiamo un sistema sonoro per allertare la popolazione – spiega a Fanpage.it il parroco di Tavernola, don Giuseppe Azzola -, mi è stato chiesto, in caso di emergenza, di suonare le campane".

Oggi il movimento della frana è rallentato rispetto al picco raggiunto a febbraio 2021, ma ha comunque una velocità doppia rispetto al trend storico e infatti i cittadini non sono tranquilli: "Non sappiamo se ci dobbiamo aspettare un'ulteriore accelerazione – dice Anna Sorosina, che abita nella zona più a rischio -. Per mesi ho tenuto la valigia fatta".

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