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Accoltellamento al centro commerciale di Assago

Il padre dell’accoltellatore di Assago: “Nelle ultime settimane pensava solo al suicidio”

“Al Carrefour ho preso un coltello per ferirmi, avevo intenzione di colpirmi”, dichiarò al gip Andrea Tombolini dopo l’assalto dentro il centro commerciale Milanofiori. Negli ultimi tempi soffriva di una violenta forma di ipocondria.
A cura di Francesca Del Boca
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"Nelle ultime due settimane il suo umore é peggiorato, ha smesso di parlare. O parlava solo di suicidio". Sono le parole del padre di Andrea Tombolini, quattro giorni dopo quel maledetto 27 ottobre. Il giorno in cui il figlio ha preso un coltello dagli scaffali del Carrefour di Assago dentro il centro commerciale Milanofiori e ha colpito sei persone, ferendone gravemente tre e uccidendone una.

L'assalto alle vittime dentro il Carrefour: "Loro stavano bene, io male"

Il primo è stato il calciatore Pablo Marì, che si aggirava tra le corsie del centro commerciale con moglie e figlio piccolo. "Quando ho visto che tra i clienti c'era un calciatore del Milan (anche se gioca nel Monza, ndr), ho provato invidia, perché lui stava bene e io male. L'ho colpito quindi con un coltello che avevo in mano e potevo fermarmi lì, invece non so cosa mi è preso e ho cominciato a colpire anche altre persone". 

Il tentativo di suicidio prima di andare al centro commerciale Milanofiori

Ma Andrea Tombolini si trovava lì per un motivo. Lo stesso che ha raccontato anche il padre.

Poche ore prima, infatti, era stato sottoposto ad una gastroscopia, a seguito della quale, nonostante le rassicurazioni mediche, avrebbe iniziato a maturare pensieri ossessivi ipocondriaci che avrebbero poi scatenato gli istinti suicidi. Gli stessi che lo perseguitavano da tempo.

"A casa con un coltello provai a ferirmi ma non ci riuscii. Lo feci perché mi sono operato alla schiena e sono stato male". Al Carrefour, così, dove si aggira senza una meta, disperato "ho preso un coltello per ferirmi, avevo intenzione di colpirmi". Ma poi ha visto Pablo Marì e la sua famigliola, felice, che spinge il carrello con la bella moglie di fianco e il suo bambino. E il coltello è andato nella sua direzione. 

I problemi psichiatrici di Andrea Tombolini

Sorpreso il suo medico di base, che lo seguiva da tempo e di conseguenza ne conosceva i problemi psichiatrici. Atti autolesionisti come pugni in faccia e testate contro il muro, violenti scoppi d'ira nei confronti degli anziani genitori, lancio di oggetti in casa, ricoveri in ospedale lamentando patologie immaginarie ("Sto morendo, ho un tumore", dirà al gip).

"A mio avviso Tombolini è una persona con un equilibrio mentale instabile, vista la sua patologia nevrotica, ma senza particolari segni di disturbi profondi della personalità", dichiara adesso il medico agli investigatori. "Di fatto non ha patologie psichiatriche documentate, ma da alcune settimane aveva sviluppato un tratto ossessivo centrato su patologie del proprio corpo.

Ultimamente, aggravandosi lo stato ansioso, in accordo con sua sorella abbiamo programmato una visita psichiatrica presso il Centro psicosociale di zona. In attesa, cinque mesi fa, gli ho prescritto gocce di benzodiazepine".

La visita psichiatrica il giorno prima dell'aggressione tra le corsie del Carrefour di Assago

Visite psichiatriche che Tombolini ha puntualmente disatteso, non presentandosi ai richiami.

Nè il 18 ottobre, giorno in cui al termine di una lite con i genitori ("A 80 anni non mi faccio ammazzare da te", hanno sentito gridare il padre dal cortile del condominio) si era fatto ricoverare per una presunta gastrite, e durante il trasporto in ambulanza si era preso a pugni in viso. Nè il 26 ottobre: il giorno prima dell'aggressione al Carrefour del centro commerciale Milanofiori.

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