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Accoltellamento al centro commerciale di Assago

Pablo Mari non è stato accoltellato per caso ad Assago: perché Tombolini lo ha rincorso e colpito

Dal racconto dell’accoltellatore di Assago, Andrea Tombolini, incrociato con la testimonianza della moglie di Pablo Marì, emergono nuovi elementi sul movente del folle gesto nel centro commerciale.
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Il movente, per quanto assurdo, del folle gesto compiuto giovedì sera al centro commerciale Carrefour di Assago, in provincia di Milano, lo ha già raccontato lo stesso aggressore, all'indomani del fatto.

"Ho visto persone felici e ho provato invidia", ha dichiarato agli inquirenti Andrea Tombolini, che ha afferrato un coltello a casa dagli scaffali del supermercato e ha accoltellato sei persone a caso, uccidendone una.

In realtà dall'interrogatorio del Giudice per l'indagini preliminare, Patrizia Nobile, emerge che Tombolino non ha scelto del tutto a caso le sue vittime.

Paolo Mari era il primo obiettivo

Il calciatore del Monza Paolo Marì, che ha dovuto subire un intervento chirurgico in seguito alla coltellata e non potrà tornare in campo per almeno tre mesi, è stato infatti il primo obiettivo dell'accoltellatore.

Una circostanza già emersa dal racconto della moglie di Marì: la donna ha raccontato ai carabinieri che, a suo parere, il marito non era stato scelto a caso fra gli avventori del supermercato. Bensì individuato, rincorso e colpito.

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Quella che sembrava soltanto un'ipotesi viene ora confermata dall'aggressore stesso che, davanti al Gip, ammette di aver riconosciuto Mari e di aver voluto colpire volutamente lui per primo.

"Quando ho visto che tra i clienti dell’ipermercato c’era un calciatore del Milan, ho provato invidia perché lui stava bene e io invece male. Allora l’ho colpito con una coltello".

I dubbi del Gip

Tuttavia la dottoressa Nobile nutre alcuni dubbi su questa testimonianza, benché coincida in parte con i sospetti della moglie di Mari.

A destare i maggiori sospetti sarebbe l'errore di squadra in cui Tombolini colloca il calciatore, che non ha mai militato nel Milan ma è ora in forze al Monza.

E quindi, per ora, secondo la giudice non emergono elementi "dai quali dedurre la non occasionalità dell’aggressione e il suo collegamento alla professione del calciatore".

Tuttavia è possibile che l'immagine di una famiglia benestante e felice (Pablo Marì era al supermercato con la moglie e il figlio Pablito) possa essere stata la prima a far scattare qualcosa nella mente dell'aggressore e, per questo, lo abbia voluto raggiungere e colpire.

Insomma Marì non sarebbe stata una vittima casuale dell'aggressore di Assago, ma non sarebbe stato colpito perché riconosciuto come un calciatore. È stato accoltellato in quanto persona apparentemente felice.

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