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Il giallo sulla morte dell’insegnante Mauro Pamiro: si cercano tracce di Dna nella casa della moglie

Continuano le indagini per cercare di capire cosa sia successo all’insegnante Mauro Pamiro trovato morto in un cantiere edile di due anni fa. Ora il sopralluogo nella casa che l’insegnante condivideva con la moglie, ora indagata per omicidio.
A cura di Giorgia Venturini
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Il professore Mauro Pamiro morto trovato morto lo scorso giugno in un cantiere
Il professore Mauro Pamiro morto trovato morto lo scorso giugno in un cantiere

Continua a essere un mistero la morte del professore Mauro Pamiro, l'uomo trovato morto il 29 giugno di due anni fa in un cantiere edile di Crema. Se in un primo momento si è pensato a un suicidio con il passare dei mesi sono emersi altri particolari: la Procura infatti aveva chiesto l'archiviazione delle indagini, ma per il giudice per le indagini preliminari erano necessarie altre indagini soprattutto sulla moglie del 44enne. La donna Debora Stella è ora indagata per omicidio.

Il sopralluogo nell'abitazione del professore e della moglie

Nelle scorse ore gli investigatori hanno provveduto con un sopralluogo che si è tenuto nell'abitazione del professore in via Biondini, ai Sabbioni. Gli esperti insieme al consulente Marzio Capra sono entrati nella casa alla ricerca di tracce biologiche attraverso l'esame del luminol. Qualcosa potrebbe essere stato trovato, ma bisogna approfondire nel dettaglio per far emergere alcuni particolari rilevanti per le indagini. Come riporta Crema Oggi, un nuovo accertamento è stato effettuato anche sulla macchina della coppia, una Citroen C3: le analisi si sono concentrate sulla chiazza di sangue trovata nel sedile posteriore e non appartenente a Mauro Pamiro. Tutto serve per cercare di capire se Mauro Pamiro è stato morto in un luogo differente da quello in cui è stato trovato: tesi sostenuta dal padre dell'insegnante.

Il padre: Gli accertamenti andavano fatti due anni fa

Al giornale locale il padre tiene a precisare che da "questi nuovi accertamenti non mi aspetto nulla da quest’esame". Il padre infatti sostiene che "le cose vanno fatte a suo tempo non dopo due anni. Questa cosa aveva senso se fatta all’epoca non appena giunti in casa, quando hanno trovato l’appartamento a soqquadro. Adesso è troppo tardi". Tutti i dubbi dovranno essere ancora chiariti: per gli inquirenti Mauro si sarebbe gettato dal tetto dell'abitazione sbattendo poi la testa su una tegola. I genitori però non hanno mai creduto a questa ipotesi. Il padre aveva infatti raccontato che il figlio soffriva di una distrofia muscolare che gli avrebbe reso impossibile arrampicarsi lungo l'impalcatura del cantiere.

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