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I trucchi della banda dei Rolex in trasferta da Napoli a Milano: ecco come agivano i rapinatori

Sei rapine in cinque mesi, tutte avvenute nel capoluogo lombardo, per oltre 100mila euro. Le collisioni provocate ad arte con lo scooter alle macchine di lusso in coda nel traffico, lo strappo dell’orologio al conducente e la fuga a tutto gas: così sono finiti a San Vittore due uomini di 39 e 40 anni.
A cura di Francesca Del Boca
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Un frame dalle telecamere visionate dagli agenti di Milano
Un frame dalle telecamere visionate dagli agenti di Milano

Un Rolex da 12 mila euro tolto dal polso di un imprenditore svizzero a bordo di una Mazda 5, in via Lario. Un Bulgari Roma da 22 mila euro strappato invece a quello di un manager milanese, fermo al semaforo di via Emilio De Marchi. E ancora un Rolex Daytona da oltre 30mila euro a un impresario che parlava al cellulare su una Porsche Cayman in via Barletta, un Rolex da 10 milaeuro in via Luciano, e un Patek Philippe da 25mila euro in via Melchiorre Gioia.

Sei rapine in cinque mesi per più di 100mila euro di bottino, tutte a Milano: i responsabili sono un uomo di 40 anni, Patrizio Agnellino, e uno di 39, Antonio Perrucci, entrambi pregiudicati.

Trasfertisti da Napoli, rione Sanità, al capoluogo lombardo per mettere a segno i colpi, sono oggi stati arrestati e condotti nel carcere di San Vittore su ordine del pm Rosario Ferracane. I poliziotti della Squadra Mobile milanese, grazie alle telecamere, hanno ricostruito ogni passo che i due hanno fatto in questi mesi a Milano. 

I trucchi della banda degli orologi a Milano

Una piccola banda che, secondo la Procura di Milano, agiva secondo una tecnica ormai collaudata. Dalla base tra il quartiere di Calvairate e lo Stadera, dove si trasferivano per qualche giorno, i due si muovevano in scooter (intestato a un prestanome, e poi abbandonato) lungo le circonvallazioni alla ricerca di automobili di lusso, come Ferrari e Porsche.

Qui, in strada, la messinscena delle collisioni provocate ad arte: il motorino che urta lo specchietto dell’auto ferma in coda nel traffico cittadino, il complice che spunta da dietro e, appena l'automobilista abbassa il finestrino per sistemare il danno, strappa via l'orologio e fugge a tutto gas. Poi, dopo qualche giorno, il ritorno a Napoli – rigorosamente con un'automobile a noleggio.

"Due soggetti", secondo le parole del pm Ferracane, "dediti alla sistematica commissione di violente azioni predatorie". Ben cinque, e una sesta solamente tentata: in quel caso la vittima, un imprenditore che stava parcheggiato il suo Range Rover nel garage di via Torino al ritorno da una galleria d'arte, davanti al furto aveva reagito colpendo con una ginocchiata la visiera del casco di un rapinatore.

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