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Fondi Lega, il presunto prestanome: “Volevano vendere la sede del Carroccio per paura del sequestro”

Avrebbe avuto l’incarico di vendere la sede del Carroccio prima che la procura di Genova ne disponesse il sequestro per la vicenda dei 49 milioni di rimborsi elettorali Michele Scillieri, uno dei tre commercialisti vicini alla Lega arrestati nell’ambito dell’inchiesta sui fondi della Lega e di Lombardia Film Commissioni. A dirlo è Luca Sostegni, presunto prestanome nella compravendita dell’immobile a Cormano alla Lombardia Film Commissione secondo il quale Scillieri avrebbe vantato stretti rapporti con Di Rubba: “L’intenzione era di vendere ad un ipermercato e una parte poteva ospitare degli appartamenti – ha spiegato – poi quando la Procura di Genova ha disposto il sequestro non se n’e’ fatto più nulla”.
A cura di Chiara Ammendola
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L'intenzione era quella di vendere la sede della Lega di via Bellerio a Milano e l'operazione sarebbe dovuta avvenire anche in tempi brevi poiché c'era il rischio che la procura di Genova sequestrasse l'immobile di proprietà delle Lega Nord nell'ambito delle indagini per la truffa sui rimborsi elettorali. A dirlo è Luca Sostegni, presunto prestanome nella compravendita dell'immobile a Cormano alla Lombardia Film Commission per la quale sono finiti agli arresti domiciliari Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i tre commercialisti vicini alla Lega con l'accusa di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

È saltato tutto quando la procura di Genova ha disposto il sequestro dell'immobile

Sostegni durante un interrogatorio avvenuto lo scorso 29 luglio avrebbe spiegato che Michele Scillieri "si vantava delle amicizie che aveva con Di Rubba e altri esponenti locali della Lega, tanto da aver ricevuto un incarico per cercare di vendere la sede della Lega in via Bellerio". "Ricordo che c'era fretta di concludere l'operazione, perché, trattandosi di un immobile di proprietà della Lega Nord, si correva il rischio di sequestro dalla Procura di Genova in relazione alle indagini per la truffa sui rimborsi elettorali", ha spiegato Sostegni che ha raccontato che una mattina lui e Scillieri sono "andati a fare un sopralluogo presso la sede di via Bellerio". Sarebbe stato Di Rubba ad andare a prenderli e a portarli dentro: "Si è parlato della volumetria e della somma che si sperava di realizzare – ha continuato – l'intenzione era di vendere ad un ipermercato e una parte poteva ospitare degli appartamenti". Poi, "quando la Procura di Genova ha disposto il sequestro non se n'e' fatto piu' nulla".

Vendita capannone di Cormano è marginale, serve indagare su delicati settori

L'indagine della guardia di finanza è partita dalla presunta vendita a prezzo gonfiato di un immobile a Cormano alla Lombardia Film Commission, ente regionale alla cui presidenza Di Rubba era stato nominato dall'allora governatore Roberto Maroni, attraverso il coinvolgimento di immobiliari legate agli stessi commercialisti e di un prestanome, arrestato a luglio. Ma per la procura di Milano la compravendita immobiliare sarebbe un'operazione "marginale". Gli inquirenti avvertono che "rimangono sicuramente da esplorare altri ancor più delicati settori in cui il ‘pool' di commercialisti ha impiegato la propria professionalità".

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