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La morte di Alexei Navalny

Fiori per Navalny a Milano, la Questura: “Le identificazioni dei partecipanti? Solo un eccesso di zelo”

Sono state identificate dalla Digos le persone che nel pomeriggio del 18 febbraio si sono riunite sotto la targa dedicata ad Anna Politkovskaja per deporre fiori in memoria dell’oppositore di Putin. “Nessuna limitazione delle libertà personali”, replica oggi la Questura di Milano.
A cura di Francesca Del Boca
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Sono state identificate dalla polizia le persone che nel pomeriggio del 18 febbraio si sono riunite sotto la targa dedicata ad Anna Politkovskaja a Milano, zona Garibaldi, per deporre fiori in memoria dell'oppositore di Putin Aleksei Navalny. Il caso, denunciato e diffuso dal senatore Pd Filippo Sensi, ha immediatamente scatenato le polemiche.

I presenti identificati dalla Digos

"Era un presidio silenzioso, abbiamo messo fiori e foto. Siamo arrivati e ci sono venuti incontro tre agenti", ha raccontato un'attivista dell'associazione Anna Vive a Fanpage.it. "Uno di loro mi ha chiesto i documenti ma non sapendo chi fosse mi sono rifiutata. Poi mi ha mostrato un tesserino e ha detto di essere della Digos". E ancora. "Per un attimo mi sono sentita in Russia. Quel gelido “favorisca i documenti” solo perché sei davanti a una foto di Navalny… Se andiamo avanti così tra poco non avremo il permesso di incontrarsi, né di tenere i fiori in mano".

La Questura: "Solo eccesso di zelo"

Pronta la replica della Questura, che specifica di non aver avuto "nessuna finalità di impedire l’esercizio delle libertà dei partecipanti all’iniziativa", come ha sostenuto pubblicamente lo stesso ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'identificazione delle 12 persone? Solo "eccesso di zelo".

"Con riferimento all’intervento di un equipaggio della Polizia di Stato nel pomeriggio di ieri 18 febbraio presso i giardini Anna Politkovskaya, si rappresenta che il personale si è recato sul posto al fine di identificare compiutamente il promotore dell’iniziativa, in quanto era pervenuta il 17 febbraio alla Questura un’email generica che preannunciava la presenza in loco di non più di tre persone", la spiegazione attraverso una nota.

"In particolare, il presunto organizzatore, Boris Gonzhalenko, sconosciuto agli atti d’ufficio, aveva omesso di allegare copia del documento d’identità (un passaporto russo), omettendo anche di precisare l’orario dell’iniziativa: informazioni che vengono ordinariamente indicate nell’atto di preavviso alla Questura", continua il testo. "L’intervento della pattuglia della Digos di passaggio, trovatasi di fronte ad un gruppo di persone, a fronte delle tre preannunciate, era finalizzato semplicemente a verificare con esattezza l’identità del promotore; la contemporanea identificazione di tutti i presenti, effettuata d’iniziativa dagli operanti per un eccesso di zelo, non aveva alcuna finalità di impedire l’esercizio delle libertà dei partecipanti all’iniziativa".

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