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Covid, in Rsa di Olgiate Comasco 80% di positivi: struttura chiusa in una “bolla sanitaria”

Con l’80 per cento di positivi al Coronavirus tra ospiti e operatori, una Rsa di Olgiate Comasco, in provincia di Como ha deciso di blindare il personale all’interno e chiudersi in una “bolla sanitaria” per fermare la diffusione del contagio. Nessuno può entrare né uscire dalla struttura. La stessa decisione era stata presa da una residenza di Bellagio.
A cura di Simone Gorla
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Positivo al Coronavirus oltre l'80 per cento degli ospiti degli operatori. È la difficile situazione che deve affrontare la Rsa di Olgiate Comasco, che travolta dalla seconda ondata della pandemia di Covid-19 ha deciso di chiudersi in una bolla sanitaria.

Olgiate Comasco, la Rsa si chiude in una bolla per fermare il contagio

D'ora in avanti nessuno può entrare né uscire dalla residenza per anziani con la sola eccezione dei dipendenti che, per esigenze familiari, non possono risiedere 24 ore al giorno nella struttura. "Solo una esigua minoranza sia tra gli ospiti che tra gli operatori è negativa", ha spiegato alla Provincia di Como Luciana Corti, direttrice della Fondazione Casa di riposo città di Olgiate Comasco. Gran parte delle persone che frequentano la struttura (oltre l'80 per cento) è positiva, ma asintomatica o con sintomi lievi. Sei ospiti e 6 operatori sono risultati debolmente positivi. Sono stati fatti i tamponi a tutti gli ospiti (scesi a 72 dopo gli ultimi 6 decessi) e agli operatori (circa 65). Manca una ventina di referti, ha riferito la direzione della struttura.

Blindata una Rsa di Bellagio

Una scelta simile, ma con una situazione di partenza meno grave, è stata presa da una residenza sanitaria assistenziale di Bellagio, sempre in provincia di Como. In quel caso la scelta di creare la "bolla" è stata presa per proteggere la maggior parte degli ospiti, dopo che 6 anziani sono risultati positivi al Coronavirus. La direzione ha quindi deciso di blindarsi all'interno della struttura con parte del personale dipendente e con tutti i 138 ospiti. "Nella prima ondata siamo stati aiutati dal lockdown, quando si tornava a casa c'era meno rischio di contagiarsi. Ma ora la situazione è più fluida, abbiamo capito che potevamo essere noi l'unico problema e abbiamo deciso di chiuderci dentro per salvaguardare i nostri nonni", ha spiegato il direttore, Vincenzo Trivella.

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