Cosa sappiamo sul tentato omicidio di via Sarpi: dalla lite all’accoltellamento del barbiere 36enne

Un 33enne è stato arrestato ieri mattina, domenica 14 settembre, in via Paolo Sarpi a Milano con l'accusa di tentato omicidio. Stando a quanto ricostruito finora dagli investigatori delle Volanti della Questura, con un grosso coltello da cucina ha colpito più volte un 36enne dipendente di un barbiere della zona ferendolo in modo grave alle braccia e alle gambe. Come appreso da Fanpage.it, non ci sarebbero altre persone coinvolte nell'aggressione, anche se il movente non è stato ancora definito. Il ferito si trova in questo momento ricoverato all'ospedale Niguarda di Milano.
I soccorsi sono intervenuti in via Sarpi intorno alle 11 del 14 settembre con due ambulanze e due auto mediche con la massima urgenza a seguito di una segnalazione per rissa. All'arrivo degli agenti delle Volanti della Questura, però, è stato accertato che in realtà la lite riguardava solo due persone. A indicare ai poliziotti l'uomo che è stato poi identificato e fermato è stato un gruppo di passanti. Si tratta di un cittadino di nazionalità cinese classe 1992 che non lavora in zona e che ha alle spalle precedenti penali.
Stando a quanto ricostruito dai successivi accertamenti, il 33enne aveva avuto poco prima una colluttazione con un suo connazionale classe 1989 terminata con il 36enne ferito con un grosso coltello a braccia e gambe. Una volta aggredito, il 33enne si sarebbe recato nel retro di un esercizio commerciale dove si è poi lavato le mani e ha lavato il coltello che poi gli agenti delle Volanti hanno trovato e sequestrato.
Le indagini su quanto accaduto sono ancora in corso. Il 33enne è stato arrestato per tentato omicidio e condotto al carcere di San Vittore, dove si trova al momento in attesa dell'udienza di convalida del fermo. Per quanto riguarda la vittima, all'arrivo dei soccorsi era cosciente anche se aveva perso già molto sangue. Quando le sue condizioni di salute lo permetteranno, sarà ascoltato dagli investigatori. Probabilmente la sua testimonianza tornerà utile per l'identificazione del movente dell'aggressione.