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Ci sono 10 persone indagate per il crollo dell’insegna Generali a Milano

La Procura di Milano ha iscritto 10 persone nel registro degli indagati per il cedimento dell’insegna di Generali in cima alla torre Hadid a CityLife, avvenuto lo scorso 30 giugno. L’ipotesi di reato è di crollo colposo. Gli indagati sarebbero tecnici, progettisti e rappresentanti legali delle società impiegate per l’installazione e la manutenzione dell’insegna.
A cura di Alice De Luca
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Dieci persone sono state iscritte dalla Procura di Milano nel registro degli indagati per il crollo dell'insegna Generali in cima alla torre Hadid di CityLife, avvenuto lo scorso 30 giugno. Il fascicolo è stato aperto dalle pubblico ministero Francesca Celle e Maura Ripamonti, che stanno svolgendo approfondimenti con l'ipotesi di reato di crollo colposo. Stando alle prime informazioni trapelate, tra gli indagati ci sarebbero tecnici, progettisti e rappresentanti legali delle società impiegate per l’installazione e la manutenzione dell’insegna. Tra questi anche Emiliano Cacioppo, amministratore delegato del colosso delle costruzioni Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi (Cmb), e il progettista Mauro Eugenio Giuliani. 

Il reato di crollo colposo, infatti, non prevede un coinvolgimento diretto nel procedimento penale di aziende e società, in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. La Procura di Milano ha affiderà ad alcuni consulenti l’incarico di individuare le cause del crollo con accertamenti tecnici irripetibili, da svolgersi nel contraddittorio con le difese degli indagati. I tecnici  dovranno accertare in particolare "se sono stati utilizzati materiali idonei" e se "il montaggio e l'installazione sono avvenuti a regola d'arte". È quanto si legge nell'avviso di accertamenti non ripetibili firmato dalle pm.

I consulenti, a quanto si legge nel quesito, dovranno descrivere le "caratteristiche della struttura" specificando se sia stata "correttamente progettata e correttamente dimensionata", e indicando se "dall'evento è derivato un pericolo per l'incolumità pubblica". Le pm fanno riferimento a un "progetto con gravi criticità nel sistema di accoppiamento tra nodi sferici e bulloni/manicotti", sottolineando che alla società City Life spa è stato fornito "un prodotto non adeguato sotto il profilo della sicurezza", in quanto "esposto, anche in ragione dell'azione degli agenti atmosferici e del vento, a rischio di rottura delle componenti metalliche e di crollo dell'intera struttura". Nel frattempo l'insegna è stata rimossa e anche la seconda scritta è stata messa in sicurezza.

Il collasso dell'insegna risale al 30 giugno: quella mattina la scritta del gruppo assicurativo Generali, posizionata in cima alla torre a 192 metri di altezza, crollò appoggiandosi sul terrazzo sottostante. I presenti raccontarono di aver sentito "un forte boato". Non ci furono feriti né ulteriori danni, ma il grattacielo fu fatto evacuare dai dipendenti che lavoravano al suo interno e l'area restò transennata per diverse ore. Come spiegato a Fanpage.it dall'ingegnere Marco Grampella, la scritta era caduta a causa del cedimento della struttura di travi di metallo che sorreggeva la scritta.

Resta però da verificare perché il reticolato abbia ceduto. L'ipotesi del vento era stata fin da subito scartata, non essendoci state forti raffiche nei momenti precedenti al crollo. Qualcuno aveva quindi sospettato che la struttura potesse essere stata indebolita dal caldo intenso di quei giorni, ma anche questa ipotesi, per il momento, non ha trovato nessun riscontro.

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