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Elezioni regionali Lombardia 2023

Bussolati (Pd): “Per i leader nazionali del partito le regionali in Lombardia sono solo un problema”

Pietro Bussolati, consigliere regionale dem in Lombardia, accusa il Pd lombardo e nazionale. “A meno di 90 giorni al voto delle elezioni regionali il mio partito non ha ancora definito una proposta, né un metodo per scegliere il nome”
A cura di Giulio Cavalli
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Pietro Bussolati
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Il Partito Democratico decide di non decidere. Per le prossime elezioni regionali in Lombardia la direzione regionale del partito decide di non mettere al voto i prossimi passi eppure sui giornali fioccano gli articoli che raccontano di decisioni mai prese. Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd in Lombardia, non ci sta e decide di alzare la voce, accusando il Pd lombardo e il Pd nazionale.

Bussolati, ha letto i giornali di oggi cosa scrivono? Sembra che ieri abbiate deciso di lasciar perdere le primarie. È così?

Ieri abbiamo assistito a una volontà politica chiara del segretario regionale di trovar una convergenza su un nome fuori dalle primarie. Volontà che non è ancora stata sottoposta ad alcun voto. Per me è un grave errore per tanti motivi. In cima alla lista c’è che, dopo la batosta della ultime politiche, serve dare protagonismo e riscatto al nostro elettorato. Per questo lavoriamo per delle primarie prima possibile.

Che sensazione ha provato a leggere i giornali del giorno dopo?

Sono allibito perché provo profonda preoccupazione che a meno di 90 giorni al voto delle elezioni regionali il mio partito non abbia ancora definito una proposta, un nome, un metodo per sceglierlo. Questo ritardo è incomprensibile alla luce del disastro nella sanità, nei trasporti e nelle case popolari che questo destra ha prodotto negli ultimi 5 anni.

Oggi si legge l’ennesimo appello dell’ennesimo presunto illustre saggio che vi invita a cercare un accordo con Letizia Moratti. Che ne pensa?

Io ho l’ossessione di vincere in Regione Lombardia per cambiare le politiche ed è inspiegabile pensare di cambiare con Letizia Moratti che fino a ieri voleva guidare il centrodestra che ha governato per oltre 20 anni la Regione. Sarebbe completamente diverso se Moratti, per contrastare una Giunta che, la cito, non fa più gli interessi dei lombardi, si mettesse a disposizione di un candidato capace di unire centrosinistra e terzo polo.

Lo stallo regionale assomiglia allo stallo nazionale del PD?

È figlio degli stessi errori e delle stesse impostazioni. In primo luogo il Pd dà l’idea di essere una comunità chiusa dove contano le correnti e si è capaci solo di limitare chi ha consenso e vitalità sul territorio. Si è visto già tutto nella costruzione delle liste elettorali nello scorso settembre. Si vede tutta la preoccupazione nell’affrontare la battaglia di idee e consenso e accettare che le classi dirigenti si formano nei terrori.

Quanto influisce l’avere una segretaria dimissionaria con Enrico Letta ormai esautorato dal suo ruolo?

Io credo che ci sia una carenza di leadership a livello regionale e difficoltà, anche se me ne occupo meno, a livello nazionale. Per questo il problema doveva essere sopperito rinunciando a forzature e offrendo la responsabilità agli elettori, chiamandoli a essere corresponsabili alla visione da portare aventi in Regione Lombardia. Tenendo conto che qui abbiamo battaglie chiare che sono condivise da tutti le opposizioni a partire dalla ricostruzione della sanità pubblica e territoriale.

Il PD appare incagliato. Il M5S è incagliato. Non è svilente per gli elettori di centrosinistra?

Io sono innamorato del progetto originario del Pd che era federale, con protagonismo territori, che offriva una casa a tutti i riformismi semplificando la politica attraverso la sintesi delle primarie. Negli ultimi anni – e soprattutto nell’ultima segreteria – si è lavorato per togliere spazi di libertà dei territori e quello che sta accadendo in Lombardia è grave perché toglie anche spazi di partecipazione. Il M5S mi sembra completamente commissariato da Roma senza alcuna possibilità di decidere sul territorio. Quando hanno detto no a Pisapia mi sono cascate le braccia. Quella dichiarazione di Patuanelli è stata un suicidio politico.

Ma la dirigenza nazionale si sta occupando della Lombardia?

La mia impressione è che i leader nazionali si occupino di Lombardia solo come di un problema da risolvere e non come la grande opportunità che è. Siamo 1/6 dell’Italia e siamo un territorio in cui hanno avuto i natali politici Forza Italia e Lega. Siamo anche il territorio in cui il centrodestra è in crisi.
In ogni caso non credo sia utile chiedere a Roma di risolvere un problema in Lombardia, il risultato è che i problemi di solito raddoppiano.

Bussolati, ma lei oggi voterebbe il Pd?

Noi siamo l’unica forza politica che può davvero cambiare regione Lombardia per ridare ossigeno ai cittadini. lo lo voterei a occhi chiusi ma deve tornare il coraggio che sta da troppo mancando.

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